Quanto può essere lunga una guerra tra fratelli? A Herzogenrauchh, quella tra Adolf e Rudolf Dassler, iniziata negli anni Quaranta, è andata avanti fino al 2009. Ha coinvolto i loro figli, i loro dipendenti, praticamente tutta la città divisa in due fazioni, come guelfi e ghibellini. Adolf è il fondatore di Adidas, suo fratello avrebbe creato Puma. E niente sarebbe più stato come prima.
La guerra Adidas-Puma
La guerra fredda industrial-familiare è diventata un film all’inizio di quest’anno. L’ha realizzato il regista tedesco Oliver Dommenget: Ken Duken e Torben Liebrecht interpretano i Dassler in “Adidas contro Puma – Due fratelli in guerra”.
Adolf,che sarebbe dovuto diventare fornaio, è un pioniere dell’abbigliamento sportivo. Insieme al fratello, che aveva un grande talento per il commercio, nel 1924 crea la Gebrüder Dassler Schuhfabrik. Le scarpe da corsa e da calcio, cui vengono applicati i primi sperimentali tacchetti, attirano l’attenzione del coach della nazionale olimpica tedesca di atletica. Molti medagliati a Los Angeles 1932 indossano le scarpe dei Dassler.
Quattro anni dopo, i fratelli vestono tutta la nazionale tedesca, ma la differenza la farà l’atleta simbolo dei giochi: indossa le Dassler anche Jesse Owens, lo sprinter nero che vince quattro medaglie d’oro e conquista anche Leni Riefenstahl, la regista del film ufficiale dei Giochi, “Olympia”.
Il matrimonio di Rudi con Käthe Martz, che mal sopporta Adolf, e un incidente durante la Seconda guerra mondiale, allontanano i due fratelli.
La crescita di Adidas
Rudi fonda Puma, Adolf crea Adidas, che è l’unione del suo nomignolo, Adi, e delle prime lettere del cognome. Nel 1950 vedono la luce le celebri scarpe da calcio Samba. Quattro anni dopo, la Germania ribalta la finale mondiale contro l’Ungheria e firma il miracolo di Berna con le Adidas. Il brand cresce. L’Adidas si accorda per sponsorizzare Muhammad Ali, il pugile Max Schmeling, Dick Fosbury che nel ’68 rivoluziona il salto in alto, Franz Beckenbauer.
Nel 1970, diventa partner della FIFA e sponsor ufficiale dei Mondiali, un contratto recentemente esteso fino al 2030. Oggi, Adidas è legata a grandi nomi del calcio, su tutti Beckham e Messi. Sponsorizza, tra gli altri, Di María, Bale, James Rodríguez, Lucas, Neuer, Robben, Oscar, Özil, Benzema, Gabriel Jesus, Lorenzo Insigne e Paulo Dybala. E’ anche sponsor tecnico del Real Madrid, della Juventus, del Bayern Monaco, del Manchester United, dell’Arsenal, del Lione.
Il logo con le strisce
Contrariamente a Nike, Adidas ha cambiato il logo nel corso degli anni. Le tre strisce, all’inizio semplicemente parallele, compaiono la prima volta nel 1949.
Nel 1971, mentre Nike lancia lo swoosh, Adidas passa a una seconda versione, a un trifoglio sezionato tre volte. Nel ’90, però, il direttore creativo Peter Moore torna alle strisce, ma non parallele. Diventano inclinate, a formare una salita, a comporre la metafora di una montagna, l’immagine dei limiti da superare per uno sportivo. E’ l’immagine che sintetizza lo slogano iconico del brand, Impossible is nothing. Niente è impossibile.
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