Il Coronavirus ha travolto l’Italia e la Lombardia è una delle regioni maggiormente colpite dal contagio. Il numero delle vittime è in aumento costante e anche l’attaccante dell’Inter, Romelu Lukaku, ha ammesso di essere in ansia.
Il belga è in quarantena e così come tutti gli altri giocatori non è più sceso in campo in seguito al Decreto varato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Per almeno altre due settimane il centravanti non riprenderà le attività fisiche e quest’oggi ha rilasciato un’intervista in videochiamata con il sito americano Bleacher Report.
Lukaku in ansia per il Coronavirus: le dichiarazioni
Il centravanti dell’Inter, che negli scorsi giorni ha donato 100mila euro all’ospedale Sacco di Milano per l’emergenza Coronavirus, ha dichiarato: “Non direi che sono spaventato, però è come vivere in una bolla. Cerchi di capire cosa stia succedendo e allo stesso tempo sai di essere nel Paese maggiormente colpito in Europa”.
Lukaku ha proseguito: “In alcune città senti solo le sirene delle ambulanze che vanno avanti e indietro. Io sapevo che era solo questione di tempo prima che qualche giocatore contraesse la malattia. Sfortunatamente è successo e la lista si sta sempre più allungando”.
In questi giorni uno dei temi più discussi è anche quello relativo alla data in cui riprenderanno gli allenamenti per i giocatori di Serie A. A tal proposito il belga ha dichiarato: “E’ difficile perchè ti manca lo sport che ami, ma la salute generale è molto più importante. Per me prima di ricominciare dovrebbe essere messa al sicuro la salute pubblica. Se dobbiamo giocare in una situazione in cui la salute generale non è sicura, allora perchè dovremmo scendere in campo? C’è ancora il rischio che i giocatori possano ammalarsi“.
Lukaku ha concluso l’intervista parlando della sua famiglia: “E’ in Belgio. C’è una grande chimica tra di noi ed esiste un gruppo su Whatsapp dove parliamo ogni giorno per aggiornarci”.
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