Il calcio italiano è fermo, bloccato: tutto cristallizzato dalla pandemia Coronavirus. Non si sa come e quando si riprenderà, eppure si cerca in ogni modo di darsi una prospettiva, una riorganizzazione. Le date (ipotetiche) della ripresa degli allenamenti e poi dei campionati, ma sullo sfondo il problema ben più grave del disastro economico che si profila per le società professionistiche. Un problema serio, che la Lega di Serie A sta provando ad affrontare. Il peso maggiore che le società devono sostenere riguarda gli stipendi dei giocatori, che con il calcio fermo rischiano di mettere seriamente in crisi i conti dei club. Per questo motivo è cominciata una trattativa tra le società e il sindacato dei calciatori per arrivare ad un accordo su una decurtazione condivisa degli stipendi. Del resto, con allenamenti e partite ferme è comprensibile che si chieda ai calciatori di fare delle rinunce.
Coronavirus, stipendi tagliati ai giocatori più ricchi
Dall’Aic, il sindacato giocatori, è arrivata la disponibilità ad aprire una trattativa: i club chiedono ai calciatori di rinunciare al loro ingaggio annuale tra il 15 e il 30%. La decurtazione sarebbe massima per chi guadagna almeno 1.5 milioni lordi l’anno: quindi rientrerebbero molti giocatori di un certo livello di Serie A, soprattutto quelli più pagati. Con questa strategia la Lega di Serie A punta a recuperare almeno 250 milioni di euro sul miliardo che rischia di perdere con il blocco dei campionati. Ma non finisce qui: se si arriverà a questo obiettivo, i club potranno chiedere alla Uefa di sospendere momentaneamente i rigidi paletti del fair play finanziario, in modo da compensare le perdite con manovre di natura eccezionale per evitare il collasso: anche in questo caso l’organismo europeo potrebbe concedere una deroga per salvare i tanti club che già non hanno i conti in regola e che rischiano il fallimento.
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