In una Roma deserta per via dell’emergenza sanitaria contro il Coronavirus, a fare la differenza è Papa Francesco. Aveva avvisato Josè Mario Bergoglio: “Non fate come Don Abbondio”, rivolgendosi alle cariche ecclesiastiche. Nessuno, in questo momento delicato, deve tirarsi indietro: preti compresi, Francesco I – 266esimo Papa della Chiesa Cattolica, vorrebbe il clero in prima linea in questa situazione difficile e complessa. “Ne usciremo presto”, dice. Nel frattempo, però, bisogna essere presenti. Sul territorio, per stare vicino ai fedeli.
Il buon esempio l’ha dato lui, nel corso di un pomeriggio domenicale insolito e senza troppo rumore (se escludiamo i canti dai balconi della Capitale). Bergoglio si è recato in Via del Corso a piedi – adeguatamente scortato e controllato – in una sorta di “pellegrinaggio” alla volta di Santa Maria Maggiore per rivolgere una preghiera alla Vergine, Salus Populi Romani, affinché la pandemia possa terminare quanto prima e il Coronavirus diventi soltanto un brutto ricordo.
Pensiero indelebile, invece, saranno le iniziative – tanto efficaci quanto sui generis – di un Pontefice come Bergoglio che riscrive protocolli e canoni in favore della sacralità e della comunità di fede messa sempre al primo posto: “Con la sua preghiera, il Santo Padre ha invocato la fine della pandemia che colpisce l’Italia e il mondo, implorato la guarigione per i tanti malati, ricordato le tante vittime di questi giorni, e chiesto che i loro familiari e amici trovino consolazione e conforto. La sua intenzione si è rivolta anche agli operatori sanitari, ai medici, agli infermieri, e a quanti in questi giorni, con il loro lavoro, garantiscono il funzionamento della società“, ha fatto sapere lo Stato Pontificio attraverso Matteo Bruni, direttore della sala stampa vaticana. Il Papa è poi rientrato a San Pietro per le 17.30. Bergoglio è sempre stato dalla parte del popolo e delle persone in sofferenza, l’ha voluto confermare una volta di più scendendo – concretamente – in strada dopo altrettante parole incoraggianti. Anche così è possibile riscrivere la storia di un pontificato, con gesti indelebili che ne scandiscono le tappe e la rilevanza al di là di ogni singola etichetta e priorità.
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