Damiano Tommasi, Presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, è intervenuto da Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa per parlare della situazione del campionato italiano durante l’emergenza sanitaria contro il Coronavirus. Quali sono prospettive, speranze e aspettative per le nostre competizioni in questo momento così complesso.
Com’è trovarsi nel bel mezzo di una situazione complessa come l’emergenza COVID-19?
“Complicato condividere un’emergenza simile. Tante persone e tante zone di Italia aspettano una risposta, noi come obiettivo dovevamo lanciare messaggio forte. Piano piano i giocatori e le competizioni si stanno adeguando anche nel resto d’Europa”.
Cosa pensa della sospensione della Serie A fino al 3 aprile?
“Nel nostro ambiente si pensa di giocare il 5 di aprile, questo è impossibile. Potremmo riparlarne a maggio se tutto va bene, ma il primo obiettivo ora è restare a casa. Iniziare tra poche settimane non è possibile, minerebbe la stessa sicurezza dei calciatori”.
Non le sembra inappropriato che alcune squadre però continuino ad allenarsi?
“Quello è il concetto che abbiamo espresso ieri, continuare gli allenamenti è fuoriluogo. Il messaggio è concentrarsi su altre situazioni per la sicurezza nazionale e non solo. Lo sport deve appassionare, oggi l’obiettivo è un altro. Non è possibile forzare questi ragazzi continuando la preparazione in un contesto del genere”.
Tommasi da Fazio: “Il nostro calcio doveva lanciare un messaggio forte in quest’emergenza”
Voi vi state battendo, come AIC, per un monito anche verso le altre organizzazioni e federazioni?
“Quando parla l’Associazione Italiana Calciatori vogliamo tutelare non solo i giocatori ma anche tutti gli staff e l’indotto che c’è dietro. Le persone che girano per l’Europa e sono costrette ad accompagnare le compagini, obbligarli a scendere in campo nelle settimane passate è stata una forzatura. Ora tutto è stato più compreso. Mi aspetto anche una presa di posizione più netta dalla FIFA e dall’UEFA. Il COVID è una catena, ha colpito l’Italia ma si sta espandendo a macchia d’olio. Gli Europei non si giocheranno: sperare che a giugno si realizzi tutto in 12 paesi d’Europa è improbabile”.
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