Marchisio e Bernardeschi attaccati dagli ultras bianconeri
Calcio e politica, due ambienti separati con molto in comune. Finiscono per collimare fra necessità, vizi e virtù di un Paese sull’orlo di una crisi di nervi: l’emergenza Coronavirus ha gettato sgomento in tutta Italia, il calcio è arrivato a fermarsi con tutto quel che ne consegue. Aspre diatribe correlate al buon senso: favorevoli e contrari, l’uno contro l’altro. A dividerli una linea linea immaginaria, il centro del campo o del dibattito.
Discussione fra le parti che diviene più accesa non appena entra in gioco – o almeno dovrebbe – il senso di responsabilità: se è tutto fermo fino al 3 aprile 2020 almeno, c’è un motivo. Quella ragione specifica si chiama ‘prevenzione’, obiettivo finale che non tutti sembrano cogliere. Perlomeno non immediatamente. Allora Claudio Marchisio, ex centrocampista bianconero, recentemente si è scagliato contro coloro che hanno trasgredito le regole governative: parole forti contro la parte di collettività maggiormente ignava e noncurante mal digerite dagli ultras bianconeri che hanno manifestato il proprio disappunto per la presa di posizione dell’ex bianconero attraverso la Rete.
“Negli ultimi anni il calcio è diventato sempre più lo specchio del mondo moderno, a partire dalle alte sfere che lo governano, passando per le società e arrivando infine ai giocatori. Tra questi ultimi è ormai uso comune allinearsi alla logica buonista dettata dai salotti radical chic, una triste tendenza che ha investito anche Federico Bernardeschi e il suo profilo Instagram, dove pochi giorni fa è apparso un retorico copia e incolla degno della bacheca di Saverio Tommasi”, scrive il gruppo organizzato ‘Secondo anello’ sul proprio account Facebook tirando in mezzo anche Federico Bernardeschi che – a detta loro – sarebbe distante dal cosiddetto stile Juventus e troppo politicizzato.
Tuttavia, ad esser politicizzati sarebbero proprio certe fazioni del tifo organizzato bianconero: il gruppo ‘Secondo anello’ è popolato dai Drughi, agglomerato storico del tifo bianconero palesemente legato all’estrema destra. Sono balzati nuovamente alle cronache grazie alle recenti inchieste della Digos che hanno portato anche all’arresto del tifoso e capo ultras Dino Mocciola: fra le altre imputazioni, apologia di fascismo. Trovate, nella sua abitazione, alcune effigi di Mussolini.
Proprio i Drughi hanno rincarato la dose, sempre su Facebook: “In una situazione di emergenza sanitaria nazionale, per ogni cittadino sarebbe opportuno limitarsi a seguire le normative emanate con del senso civico, agendo nel rispetto del nostro popolo, della nostra terra e di tutti gli enti ospedalieri impegnati con il proprio personale da mattina a sera per arginare questo virus. Nonostante ciò c’è ancora chi spende parole con l’unico scopo di ottenere notorietà e attirare l’attenzione pubblica, da parte di un calciatore che forse dovrebbe pensare un po’ di più a giocare viste le prestazioni scadenti offerte nel corso di questa stagione. Da Marchisio a Bernardeschi, cambiano gli attori ma il copione rimane sempre lo stesso, così come la domanda che ci sorge spontanea: ‘ma dov’è finito lo stile Juventus?“, concludono i tifosi. Ormai è guerra aperta: calciatori da una parte, ultras dall’altra. Un continuo scambio di battute sinora fermo al piano epistolare, con la speranza che la situazione non degeneri ulteriormente.
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