La partita Valencia-Atalanta, valida per il ritorno degli ottavi di finale di Champions League, si giocherà a porte chiuse. La decisione è arrivata direttamente dalla Spagna, con una nota ufficiale del Consiglio di Sanità che ha comunicato la decisione irrevocabile del club che milita nella Liga.
Sfida in programma il prossimo 10 marzo, ma stadio Mestalla completamente deserto: questa la scelta comunicata pochi istanti fa. Non potranno accedere all’impianto sportivo né i tifosi dell’Atalanta, che quelli di casa dopo l’espansione del contagio da Coronavirus nel paese.
“Il Valencia giocherà a porte chiuse, è una decisione definitiva“, ha dichiarato la Consigliera della Sanità e Salute Pubblica della Comunità valenciana, Ana Barceló. “Non è un criterio di controllo ma di salvaguardia della salute pubblica”, ha poi aggiunto.
Aumentano le probabilità che anche la sfida tra Getafe e Inter, in programma giovedì 19 marzo, possa essere giocata a porte chiuse. La partita valida per gli ottavi di finale di Europa League, potrebbe dunque disputarsi senza pubblico, come quella tra Siviglia e Roma del 12 marzo e tra Barcellona e Napoli in programma 6 giorni più tardi.
La decisone del Consiglio di Sanità spagnolo di giocare Valencia-Atalanta, gara di ritorno degli ottavi di finale di Champions League, a porte chiuse ha generato subito qualche perplessità. I primi a protestare per l’adozione di tale misura sono stati i “Piccoli Azionisti del Valencia“: “L’associazione vuole manifestare il proprio totale disaccordo con la raccomandazione del ministro e della consigliera della Sanità della Generalitat Valenciana, Ana Barcelo, in merito alla decisione di giocare a porte chiuse e senza tifosi la partita. L’associazione non capisce e non è d’accordo con questa manipolazione della competizione visto l’esagerato allarme sociale provocato dal Coronavirus. Non esistono altre soluzioni, come per esempio proibire o limitare il viaggio ai tifosi italiani? Oppure che possano entrare al Mestalla solo abbonati che presentino un documento spagnolo”.
A farne le spese, dunque, sarà soprattutto il Valencia. Dopo il 4-1 subito all’andata, infatti, per continuare a sperare nella qualificazione, i Pipistrelli saranno chiamati ad un’ardua rimonta. Senza l’apporto del propro pubblico tutto ciò sarà inevitabilmente più difficile. Questione, questa, fatta presente anche dall’Associazione dei Piccoli Azionisti che, nel prosieguo del comunicato, scrivono: “Dal punto di vista sportivo, giocare a porte chiuse pregiudica la nostra squadra, la decisione ricade su di questa e la UEFA dovrebbe intervenire. Alla luce di questo, il Valencia deve utilizzare ogni forma legale per far sì che questa gara si giochi in totale normalità al Mestalla e che gli abbonati possano vederla visto che è un loro diritto. Se questo non fosse possibile, il Valencia dovrebbe chiedere la sospensione della partita e lo spostamento ad altra data in modo che la squadra non sia colpita”.
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