Coronavirus, gli effetti dell’emergenza si vedono anche sul calcio italiano. La disciplina, come da programma, si è adeguata alle direttive del Paese per cercare di arginare il contagio ed eventuali complicazioni in seguito al virus di stampo cinese arrivato anche nello Stivale. Partite a porte chiuse, alcune addirittura rinviate: questo sembra essere il viatico da seguire, finora. Il condizionale è d’obbligo, poiché – citando il Presidente del Coni Malagò – si naviga a vista: vuol dire che potrebbe cambiare qualsiasi cosa da un momento all’altro.
Precedentemente era stato intimato alle regioni con i principali focolai, quindi Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, di disputare i match del campionato senza pubblico dal momento che tutti i luoghi di aggregazione erano stati chiusi. In queste ultime ore, però, per evitare che timori e isterismi collettivi prendano il sopravvento, si sta tentando di riprendere il normale ritmo di vita. È stata, dunque, autorizzata la riapertura (graduale) di bar e ristoranti dopo le 18.00. Senza contare cinema e teatri. Cosa c’entra questo con lo sport? Tutto e niente.
C’è grande attesa per Juve-Inter che, trattandosi di manifestazione pubblica, deve disputarsi a porte chiuse ma il ravvedimento circa le altre iniziative da parte delle autorità competenti fa ben sperare i tifosi in merito a una possibile riapertura dell’Allianz Stadium in occasione della sfida. A spegnere possibili entusiasmi, però, ci ha pensato il Prefetto di Torino, Claudio Palomba, che al Corriere di Torino ha dichiarato: “Se non intervengono nuovi provvedimenti che superino il decreto del governo, Juve-Inter sarà giocata a porte chiuse“. Al momento, Derby d’Italia per pochi intimi, dunque. Gli affezionati dovranno ricorrere alla televisione.
A tal proposito arriva anche la conferma del Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio: “A oggi Juve-Inter a porte chiuse. Valgono le indicazioni contenute nel DPCM”. Scongiurata, dunque, ogni altra ipotesi, l’amministratore delegato dell’Inter – Beppe Marotta – ha espresso un commento a caldo: “Il pubblico è una componente fondamentale di una gara di calcio, ma c’è un decreto molto chiaro, valido fino a domenica a mezzanotte. La salute dei cittadini va salvaguardata, a malincuore accettiamo questa decisione”, ha concluso il dirigente nerazzurro.
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