La Juventus è impegnata stasera a Lione, nell’andata degli ottavi di finale di Champions League. In ESCLUSIVA a CalcioToday.it parla di questa sfida, ma anche di Sarri, Conte e Coronavirus, Antonio Cabrini, campione bianconero dal 1976 al 1989 e tra gli eroi dell’Italia a Spagna ’82
Sulla carta bianconeri favoriti contro i francesi. Cabrini predica cautela: “A questi livelli non credo ci siano pronostici netti, più o meno le squadre sono dello stesso livello. Dalla Juve mi aspetto una gara non certo remissiva, nella quale deve provare ad imporsi senza fare calcoli. Non credo che quella di Sarri sia una squadra da Champions League, per arrivare fino in fondo è un terno al lotto”. A proposito di Sarri, questo il pensiero dell’ex difensore: “Probabilmente il tecnico sta facendo fatica ad imporre il suo gioco, servono gli elelemnti adatti, come a Napoli. A Torino ha calciatori con caratteristiche tecniche diverse e faticano di più ad assimilare le sue idee”. Da oggi a mercoledì prossimo Juventus impegnata contro Lione, Inter in campionato e Milan in Coppa Italia. Il tecnico potrebbe giocarsi il suo futuro. Sull’argomento, la vede così Cabrini: “Non so se la società abbia già le idee chiare sul futuro dell’allenatore. Una cosa è certa: alla Juventus contano i risultati. Chi va su quella panchina sa benissimo che deve vincere, a prescindere dal gioco. E’ inutile girarci intorno”.
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Domenica sera la sfida di Torino tra Juventus e Inter. Nessun dubbio per Cabrini: “A mio avviso i bianconeri sono favoriti”. Poi su Conte: “Il tecnico ha dato un’impronta precisa e regole, una mentalità nuova. Io non credo che lui sia obbligato a vincere lo scudetto, malgrado la società gli abbia fatto un ottimo mercato. Secondo me per lui questo è l’anno zero. Certamente per la corsa al titolo sarà tutto aperto fino alla fine, con la Juve favorita, ma occhio alla Lazio, una squadra di altissimo livello con il miglior centrocampo d’Italia”. Infine questa l’idea dell’ex difensore sulla disputa del Derby d’Italia ed altre gare a porte chiuse, in seguito al problema Coronavirus: “Secondo me bisogna far giocare tutte le sfide a porte chiuse, perché molti tifosi abitanti nelle zone colpite dal virus sicuramente seguiranno le loro squadre impegnate in località in cui non c’è alcun provvedimento. A quel punto il rischio di contagiare gli altri è molto elevato”.
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