Il giorno dopo il pareggio tra Milan e Juventus nella semifinale d’andata di Coppa Italia, continuano le polemiche arbitrali. Fa discutere soprattutto il rigore concesso da Valeri ai bianconeri nel recupero. Di questo, di altri episodi e di VAR, ha parlato in Esclusiva a CalcioToday.it, l’ex fischietto internazionale Graziano Cesari
Sul penalty assegnato per fallo di mano di Calabria e che ha permesso alla Juventus di pareggiare, netto il giudizio di Cesari: “Per me il rigore non c’era assolutamente. Se un giocatore si alza in elevazione e ricade in quel modo, anche se il pallone tocca il braccio non è mai rigore, peraltro Calabria era girato di spalle quindi non aveva una visione. Il tiro andava in porta, ma non significa nulla. Questo episodio è simile a quello di Brescia-Genoa, preso come esempio di non punibilità dal designatore Rizzoli. La nuova regola sul fallo di mano fa confusione. In precedenza invece era da fischiare il penalty su Cuadrado per la gomitata di Rebic e doveva essere espulso Kessie per identico fallo sul colombiano”. L’ex arbitro di Parma non usa mezzi termini nel definire la prestazione di Valeri: “Disastrosa. Da un arbitro esperto come lui non mi aspetto tutti questi errori. Secondo me era nervoso, non ha retto la pressione, non è entrato in sintonia con i giocatori. Non dico sia inadatto, ma probabilmente non è in un buon periodo di forma”.
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Milan-Juventus, ESCLUSIVO Cesari su VAR e discrezionalità dell’arbitro
In Italia questa è la terza stagione in cui viene utilizzato il VAR. Chiara l’idea di Cesari: “E’ nato come uno strumento di trasparenza, ma in questo momento non lo è, anzi provoca caos. C’è ancora troppa discrezionalità da parte dell’arbitro. Io farei rivedere le azioni sul display dello stadio, in modo che venga spiegata la decisione presa”. Infine l’ex fischietto appartenente alla sezione di Genova, dice la sua sulla disponibilità della FIGC a sperimentare l’utilizzo del challenge, ovvero la chiamata all’on field review della Var da parte delle squadre:“Sono assolutamente d’accordo. Introdurrei due chiamate, una per tempo, da parte dei capitani delle rispettive squadre. Il VAR deve essere uno strumento a disposizione di tutti, non solo degli arbitri, in modo da rendere più democratica la decisione”.
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