Se ne parla da tanto, ma il momento sembra davvero maturo. La FIGC, si legge in una nota, chiede ufficialmente all’IFAB, l’International board che definisce il regolamento del calcio, di sperimentare anche nel calcio il “challenge”. Ovvero di assegnare alle squadre, come avviene nella pallavolo o nel basket NBA, la possibilità di richiedere la on field review al VAR. Se la proposta sarà accettata, saranno poi definite le modalità: ad esempio se affidare il compito di richiedere la verifica al capitano o all’allenatore, e quante chiamate a partita o a tempo.
“Il Presidente Gabriele Gravina, inoltre, ha condiviso con il designatore della Can A Nicola Rizzoli l’esigenza, già trasferita ai direttori di gara, di intensificare il ricorso all’on field review nei casi controversi che rientrano nell’ambito del protocollo internazionale” si legge nel comunicato.
L’Italia è stata uno dei primi Paesi al mondo a sperimentare la tecnologia nel calcio, e potrebbe nuovamente diventare una prima linea nella sperimentazione di una modalità di utilizzo e richiesta del VAR familiare anche agli appassionati di tennis, dove ciascun giocatore ha la possibilità di chiedere la verifica di tre chiamate per set: se il giocatore ha ragione,il challenge non viene conteggiato.
“Animata dallo stesso desiderio di innovare e con il medesimo spirito di servizio dell’epoca, la Figc si è fatta interprete delle richieste pervenute nelle ultime settimane da numerose Società di Serie A ed ha anticipato informalmente alla FIFA la propria disponibilità a sperimentare l’utilizzo del challenge nei tempi e nei modi che l’Ifab eventualmente stabilirà“.
La richiesta arriva dopo settimane di polemiche proprio per la grande discrezionalità che ancora rimane nelle decisioni su episodi controversi e sui limiti del “chiaro ed evidente errore” che farebbe scattare l’intervento del VAR, su tutte l’ammonizione per simulazione a Milik durante Napoli-Lecce. “La Federcalcio – conclude la nota – è convinta che, continuando il percorso già intrapreso, si possa portare il calcio in una dimensione sempre più vicina ai milioni di appassionati, senza intaccare l’autorevolezza dell’arbitro bensì fornendogli strumenti concreti di ausilio“.
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