Fabio Capello contro la moda del tiqui-taca. “La filosofia di gioco non ti fa vincere” ha detto nel suo intervento al San Mames, nella quarta edizione del Bilbao International Football Summit. L’ex tecnico, oggi apprezzato opinionista per Sky Sport, ha sottolineato come in Italia ci sia una certa tendenza a “giocare come Guardiola. Ma chi lo fa, copia lo stile che usava dieci anni fa. Oggi il Manchester City è verticale e cerca sempre di entrare nell’area di rigore avversaria“.
“Al Real avevo due lanciatori eccezionali, Hierro e Roberto Carlos”
A proposito di calcio verticale, Capello ha ricordato la sua prima stagione al Real Madrid, chiusa con il successo nella Liga nella stagione 1996-97. Allora, ha detto, “avevo due eccezionali lanciatori, Hierro e Roberto Carlos: perché avrei dovuto fare 10 passaggi per portare la palla dove potevo arrivare con un solo colpo?“. E’ proprio la velocità nel portare il pallone dalla difesa verso l’attacco la chiave del successo del Liverpool praticamente perfetto di Klopp che, aggiunge Capello, “ha iniziato a vincere quando ha comprato un gran portiere come Alisson e un centrale come Van Dijk”.
“Il Barcellona tocca, tocca, ma aspetta solo Messi”
Convinto che un allenatore possa fare la differenza quando riesce a leggere bene le partite nel loro svolgimento, restio a sintetizzare il calcio nei numeri degli schemi, Capello ha preferito vedere gli avversari dal vivo senza fare troppo ricorso ai video o ai dati. “Non serve sapere se hai completato l’80% di passaggi, se poi sono tutti laterali o all’indietro” ha detto. “Anche il possesso palla conta solo se sei vicino all’area avversaria, altrimenti non serve a niente“.
Per questo, spiega, non gli piace la versione attuale del Barcellona. “Tocca, tocca, tocca, fa la U attorno all’area avversaria però poi aspetta solo che il genio di Messi si inventi qualcosa e risolva la partita” dice.
“Lautaro Martinez mi è sempre piaciuto”
Apprezza molto, invece, Lautaro Martinez che gli ricorda, dice, Luis Suarez. “Molti miei colleghi fino a qualche mese fa lo criticavano perché sbagliava molte occasioni da gol” ha raccontato. “Io pensavo che era molto bravo, era sempre al posto giusto nel momento giusto. Le occasioni nel calcio non ti capitano per caso. Ora in tanti la pensano come me“.
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