Calciomercato, Demme, Young, Florenzi: è il gennaio degli addii ai capitani

Demme, Young, Florenzi: il mercato degli addii ai capitani
Demme, Young, Florenzi: il mercato degli addii ai capitani

Tre capitani hanno cambiato squadra a gennaio. Diego Demme ha lasciato il Red Bull Lipsia e ha messo le ali al centrocampo del Napoli, Ashleigh Young dopo otto anni e mezzo al Manchester United ha scelto l’Inter come sua nuova sfida, Florenzi è partito per Valencia, accolto con un video ispirato alla Casa di Carta. Tre indizi che diventano una prova della direzione del calcio del futuro.

Demme, il simbolo del Lipsia passa al Napoli

Aveva cambiato casa a novembre, Demme, il centro del centrocampo del Lipsia prima di essere ceduto al Napoli. Il suo orizzonte è cambiato in fretta. L’anno scorso, ha iniziato da titolare  solo una delle ultime undici partite di Bundesliga nella parte finale della gestione di Ralf Rangnick.

Aveva anche considerato una proposta della Fiorentina, ma un colloquio con il direttore sportivo Markus Kroesche gli ha fatto cambiare idea. Gli promette che avrebbero costruito la squadra intorno a lui, e il nuovo tecnico Julian Nagelsmann, esponente di quella scuola del contro-pressing in cui si è formato anche Jurgen Klopp, ha più volte esaltato il suo spirito combattivo. E non solo.

Demme è molto importante per noi, è in squadra da tanto tempo, porta con sé la filosofia del club” diceva a novembre. Come riportava un lancio dell’agenzia stampa DPA, Demme, arrivato per 350 mila euro dal Paderborn nel 2014, ha aiutato i nuovi acquisti stranieri come Matheus Cunha e Marcelo Saracchi a integrarsi in squadra e rappresentava anche agli occhi dei tifosi la storia recente del club entrato nella galassia degli investimenti della Red Bull. “Se giochi in una stessa squadra per sei anni, vuol dire molto” diceva. “Questo club mi ha reso quello che sono, gli devo molto“. Gattuso sentitamente ringrazia.

Demme, Young, Florenzi: è il mercato degli addii ai capitani
Demme, Young, Florenzi: è il mercato degli addii ai capitani

Young dal Manchester United all’Inter

Si è presentato al meglio Ashley Young all’Inter. Suo l’assist per Lautaro Martinez nel pareggio contro il Cagliari. Trentanove presenze all’attivo con la maglia dell’Inghilterra, Young ha trascorso otto anni e mezzo al Manchester United, arrivando nell’ultima parte della sua esperienza anche la fascia di capitano. “Mi avete dato la possibilità di giocare con grandi leggende, di vincere trofei, di lavorare con il più grande manager nella storia e di essere il vostro capitano” ha scritto su Instagram dando l’addio ai Red Devils dopo 261 presenze, “grazie per avermi permesso di essere parte della storia di questo club“.

Lascio ma resto uno di voi” ha scritto ai tifosi del Manchester United prima di arrivare all’Inter e ritrovare il suo ex compagno di squadra Romelu Lukaku. “Ashley, a quasi 35 anni, voleva una nuova avventura. Ha fatto un grandissimo lavoro, ha servito questo club i maniera fantastica” ha detto il tecnico Ole Gunnar Solskjaer. “L’Inter ha fatto un’offerta per un giocatore che era stato incredibilmente fedele al club, era un’opportunità per lui, quindi abbiamo detto sì. Il Manchester United fa così, mantiene giocatori per un tempo lungo, po partono ed altri nuovi arrivano“.

Proprio a uno degli esponenti della nuova generazione, Harry Maguire, Solskjaer ha affidato la fascia di capitano. “Le sue qualità di leader mi hanno impressionato” ha detto il norvegese, che ha così segnato il cambio di passo rispetto al passato.

Demme, Young, Florenzi: è il mercato degli addii ai capitani
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Florenzi al Valencia: “Non sono emotivamente pronto”

Roma e la Roma vivono il calcio con la passione che è nelle parole dell’inno di Antonello Venditti, come un abbraccio per sentirsi persone nuove. Essere capitani della Roma, da romani e romanisti, lascia una traccia che col tempo non sbiadisce: vedere il De Rossi travestito nei Distinti all’Olimpico al derby per credere.

Per questo, i tifosi stanno facendo fatica ad accettare l’addio di Alessandro Florenzi, dopo il doppio saluto di Francesco Totti e le prospettive di ritorno solo accarezzate proprio di De Rossi.Ci sarebbero tante cose da dire, non sono emotivamente pronto a parlare” ha detto prima di imbarcarsi sul volo per la Spagna.

Il Valencia l’ha annunciato con un video che riprende la celebre serie tv “La Casa di Carta”. La Roma gli ha augurato in bocca al lupo con un video dei suoi migliori momenti in giallorossoDopo qualche ora è arrivata la risposta del terzino, sempre sui social“Questo sono stato io. Questi siamo stati noi. GRAZIE ROMA”.

Aveva evidentemente bisogno di giocare, anche per rinforzare la candidatura per un posto a Euro 2020 con la nazionale di Mancini. Ma il suo essere romano e romanista, il suo essere un giocatore estremamente flessibile che ha giocato ovunque a costo di perdere gli aspetti specifici del suo ruolo, non si sono rivelati un capitale sufficientemente spendibile. Il piano dell’allenatore richiedeva altre caratteristiche come terzino e ala destra, tanto che in difesa spesso gli è stato preferito Santon perché la Roma tende ad impostare a tre quando sale Kolarov.

Il mercato del 2020, dunque, dice che quel valore aggiunto così facile da intuire e sfuggente da definire come il dna del club non basta più. Altrimenti Mourinho non avrebbe mai allenato il Tottenham o Sarri non sarebbe mai passato alla Juventus. E’ il futuro, l’appartenenza non è più essenziale.

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