“Non sono emotivamente pronto per parlare, ci sarebbero tante cose da dire, chiarirò a tempo debito”, così ieri Alessandro Florenzi lasciava Roma e la Roma. Poche parole, testa bassa. Stesso aspetto e modalità con cui è arrivato oggi, a Valencia, dove rimarrà in prestito secco fino a giugno.
Nel frattempo, qualcosa ha cominciato a rivelarlo. Un saluto, via social. Poche righe, quanto basta per dire arrivederci ad un popolo che – fra alti e bassi – lo ha sempre sostenuto. Magari non quanto e come avrebbe voluto, ma questo adesso non conta: “Quel bambino sarà sempre lì a rincorrere i suoi sogni. Qualsiasi cosa accada. Grazie Roma”, due cuori – uno giallo e uno rosso – ad accompagnare la didascalia.
Segno che ancora non è finita, che ancora non è un addio: “Nel calcio è sempre un arrivederci”, aveva detto Alessandro Lucci, agente del centrocampista classe ’91. La Roma non lasciava andare un suo capitano dai tempi di Agostino Di Bartolomei, ceduto al Milan nel lontano 1984. Ora per Florenzi si aprono le porte della Liga, con la speranza – non solo sua – che non trovi chiuse definitivamente quelle della Serie A (e di Trigoria) a giugno.
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