Il Milan ha puntato su Alexis Saelemaekers, ala destra di vent’anni che è arrivato da bambino all’Anderlecht e non se n’è più andato. Il talento di Sainte-Agathe è una delle ali moderne che si sono sviluppate nel calcio belga degli ultimi quindici anni, da quando tutto il sistema nazionale è stato riordinato imponendo il 4-3-3 come modulo base delle selezioni giovanili. E’ da questa scelta, ad esempio, che è potuto germogliare un giocatore come Eden Hazard.
Come gioca Saelemaekers
Saelemaekers, che anche in questa stagione ha giocato anche da terzino o da esterno di centrocampo, è un’ala classica, di fatto un attaccante destro che si trova benissimo nel 4-3-3 e si adatta bene in un 4-4-2.
Non è un goleador, ha segnato due gol quest’anno, ma ha completato quasi il 50% dei 7.17 dribbling tentati a partita. E’ un giocatore da 1.5 tiri e 27.7 passaggi, capace di vincere una decina di duelli su 27. E’ un giocatore generoso, che distribuisce 1.9 passaggi per il tiro, ma non particolarmente preciso nei cross. Quando va sul fondo, infatti, preferisce provare a saltare l’avversario contando sulla sua notevole rapidità di gambe.
A guardare il suo profilo Instagram, emerge l’immagine di un ragazzo come tanti con il calcio come sogno e professione. Alterna scatti di campo e di allenamento, momenti di relax, foto in piscina e selfie sorridenti a Disneyland. In uno di questi post, pubblicato a settembre, c’è chi lo invita a continuare a credere in se stesso rammaricandosi allo stesso tempo che molti all’Anderlecht non abbiano capito e valorizzato il suo talento.
“Non sono arrogante come sembro in campo”
Passa infatti per essere un giocatore altezzoso e arrogante, ma in un’intervista sul quotidiano belga Le Soir ha spiegato che in campo è semplicemente uno che assorbe la partita fino in fondo. “Quando andiamo in campo, giochiamo un ruolo” ha detto, “siamo un po’ come gli attori quando salgono sul palco. In campo possiamo controllarci un po’, ma quando vivi la partita al 100% è questa l’immagine che lasci trasparire, quella di uno che dà tutto e che vive le sue emozioni. Poi, per quanto mi riguarda, a volte mi rivedo in televisione e capisco che posso apparire un calciatore collerico. Ma chi conosce bene me e l’educazione che mi hanno dato i miei genitori, sa bene che nella vita non sono certo come in campo“.
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