Non è stato facile, ma l’Inter adesso è sua. Romelu Lukaku ha conquistato il cuore dei tifosi e la stima degli osservatori. Arrivato come acquisto più costoso della storia, l’ex attaccante del Tottenham ha pagato questa “etichetta” con pressioni e aspettative che si sono rivelate un boomerang, almeno inizialmente. Tutto sommato Lukaku ha avuto un impatto ottimo col calcio italiano: ad oggi 18 reti in stagione, ma all’inizio non è stato facile. Prestazioni altalenanti (alcune incolori) gli hanno fatto avere molte critiche. Oggi l’attaccante belga si è confessato a Sky Sports UK, dove ha raccontato il suo percorso: “Venivo da un anno non facile dal punto di vista professionale. Al Manchester United non giocavo bene e deciso che era arrivato il momento di lasciare. Lo dissi al mio procuratore a marzo, quando giocavo poco e quando entravo non mi esprimevo al massimo”.
Lukaku racconta la rinascita con Conte
PERCORSO ALL’INTER – “Mi piace, i tifosi sono incredibili e c’è tanto entusiasmo. Il nostro allenatore ci sta addosso e ci fa lavorare molto, questo è un bene per tutti. L’Italia è diversa dall’Inghilterra, si fa più lavoro fisico. Non penso che la Premier sia il campionato più duro, in Italia ci si allena moltissimo”.
IMPATTO – “Soffrivo molto gli allenamenti all’inizio, non ero abituato. Conte, però, mi ha incoraggiato. A volte i tecnici ti prendono in giro, lui invece mi incoraggiava. E’ un allenatore speciale, ti incita a fare di più. Giochiamo con intensità, siamo la squadra che corre di più e creiamo tante occasioni. Il merito di crederci sempre è del nostro allenatore, con lui posso tirare fuori il mio potenziale”.
RAPPORTO CON CONTE – “Conte parla sempre apertamente, dice le cose come stanno. Non è una persona che vorresti deludere. Dopo la partita contro lo Slavia Praga mi disse che avevo fatto schifo, ed è vero perché giocai davvero male. Mi disse che mi avrebbe tolto dopo 5 minuti. Non mi era mai successo in carriera. Ma qualche giorno dopo abbiamo giocato il derby e disputai una delle mie migliori gare. Questo mi ha fatto acquisire consapevolezza e fiducia. Se ti alleni bene giochi bene, se non ti alleni bene in campo non ci vai. Conte su questo ha ragione”.
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