Roberto Mancini vuole una Nazionale che sappia vincere, ma anche divertire. La filosofia del bel calcio, del gioco, applicata anche all’Italia. Aspettando l’Europeo del 2020.
Mancini ha la sua “ricetta” per far tornare grande la Nazionale
Serve ancora tempo, ma le amichevoli di marzo non sono così lontane: “Il primo giorno dissi alla squadra: dobbiamo fare qualcosa di diverso, altrimenti della Nazionale alla gente non fregherà più nulla: non possiamo continuare a vincere 1-0. Rischiamo e, se prendiamo gol, pazienza – ha spiegato il ct alla Gazzetta dello Sport – ai giocatori piace giocare per attaccare e vincere. In Nazionale si divertono. Infatti mi hanno seguito con entusiasmo. Le abbiamo vinte tutte”.
ZANIOLO – “Mi spiace, sarebbe migliorato ancora. Nicolò è unico perché copre più ruoli, è potente e ha caratteristiche diverse dagli altri. Al telefono l’ho sentito bene, carico: è giovane, può farcela per l’Europeo. Tonali sta crescendo, deve misurarsi ad alti livelli. Castrovilli più gioca, più migliora”
CHIESA – “Chiesa gioca in una posizione in cui non rende. Non è un attaccante, fatica spalle alla porta. Ha bisogno della linea, sulla fascia diventa devastante. Deve pensare che lo aspetta un grande Europeo. L’ho detto a suo padre: “Digli che stia rilassato, che ritrovi tranquillità e allegria. E pensi che gioca a calcio: non capita a tutti. È un privilegio”.
SCELTE IN ATTACCO – “Belotti o Immobile? A marzo giocheranno un’amichevole a testa. I venti gol di Immobile non cambiano le gerarchie. L’importante è che continuino a segnare e arrivino bene a giugno. Avremo due centravanti titolari, con caratteristiche diverse”.
BALOTELLI – ”Lo faccio seguire tutte le domeniche. Ma Mario avrebbe dovuto segnare un gol a partita e correre sempre come un matto. Kean? Speriamo che Ancelotti gli dia una mano. Per diventare importante deve fare di più”.
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