Stanislav Lobotka rappresenta il tipo di centrocampista che mancava nel 4-3-3 del Napoli. E’ un uomo d’ordine, un “mediocentro” come dicono in Spagna. Dunque, appare quasi scontato che giocherà da vertice basso nel centrocampo a tre con Allan riportato nel ruolo di dinamica mezzala destra. Lo slovacco, cresciuto nel Trencin e passato per il Nordsjaelland, è arrivato in Spagna nel 2017. Per il Celta Vigo, che già aveva pescato in Danimarca Krohn-Dehli, Wass e Pione Sisto, si è rivelato un affare. Il club, infatti, l’ha pagato allora solo un milione di euro.
Lobotka è un preciso tessitore di gioco, e con le sue qualità ha convinto tre allenatori: Unzué, Fran Escribá che ha iniziato la stagione sulla panchina del Celta, e Oscar Garcia che l’ha sostituito a novembre debuttando così nella Liga.
Nel Celta Vigo, che pure persegue la paziente costruzione dal basso, completa il 91% di passaggi a partita (49,7 di media). Copre la zona centrale adattandosi al posizionamento dei compagni per favorire lo scorrimento del pallone, e si sposta se necessario negli spazi di mezzo, più vicino a uno dei due terzini. Nel pareggio interno contro il Mallorca, ad esempio, Lobotka ha agito soprattutto nella zona di centro-destra. Ha costruito da qui una cruciale presenza nello sviluppo del gioco: 19 scambi con Rafinha, 17 con Aspas, 11 con Yokuslu.
Bravo a proteggere palla, anche grazie al baricentro basso, è difficile da spostare quando riceve il pallone e freddo nella distribuzione, anche sotto pressione. Lobotka, che riceve in media 35 passaggi a partita in stagione, è più incline al gioco corto che al lancio lungo. Ha un compito principale nel centrocampo del Celta, superare le linee di pressing avversarie per poi lasciare a Denis Suarez o Rafinha la responsabilità di rifinire con un filtrante o un passaggio chiave per mandare al tiro un compagno. In questo, lo slovacco si rivela l’uomo giusto nel posto giusto. Ha infatti affinato la visione di gioco e la capacità di vedere lo spazio libero alle spalle del centrocampo avversario.
Dinamico, energico quanto intelligente, si fida del suo tocco di palla. Consapevole di una visione efficace anche sotto pressione e di una conduzione del pallone precisa anche a ritmi alti, a volte induce fin troppo nella verticalizzazione, almeno per lo stile più orizzontale del Celta. Ma nel Napoli che sfrutta di più lo scorrimento veloce del pallone lungo le fasce, con i movimenti delle mezzali che accompagnano all’interno, questa qualità tornerà particolarmente utile a Gattuso. Sono 14 le sue verticalizzazioni medie a partita, con un tasso di accuratezza dell’85%.
Secondo i dati Wyscout, quest’anno Lobotka ha completato un passaggio filtrante su quattro a partita, e quasi il 50% di passaggi diretti verso l’area. Non è un gran tiratore (0.29 conclusioni a partita), offre 0.49 passaggi per mandare al tiro un compagno ma in fase offensiva si fa notare per gli 1.43 allunghi e i 5.72 duelli vinti. In termini di posizionamento, gli rimane da limare una certa tendenza alla giocata azzardata, alla triangolazione veloce con l’ala o la mezzala che rischia di lasciare la difesa scoperta in caso di passaggio intercettato e ribaltamento veloce.
Lobotka, comunque, partecipa alla fase difensiva pur non essendo un mediano puramente difensivo come Busquets al Barcellona o Casemiro al Real Madrid. Vince infatti il 60% dei contrasti quando c’è da riconquistare il possesso, intercetta 2.7 passaggi di media e recupera 6.9 palloni nella metà campo avversaria. Tuttavia, manifesta ancora una certa frenesia, un eccesso di fiducia nelle sue qualità che lo portano a perdere 5.92 palloni a partita, quasi nella metà delle occasioni nella propria metà campo.
“Il Lupo”, questo il soprannome che si è guadagnato in Galizia, ha segnato a Wembley con la maglia della nazionale nel 2017. Un anno dopo, nell’ottobre 2018, dopo il match perso contro la Repubblica Ceca in Nations League passa la notte in un night club insieme ad altri compagni di squadra. Il ct Kozak si dimette. “Fa molto male, come se qualcuno mi avesse sputato addosso o dato uno schiaffo in faccia” ha detto. “Sono terribilmente deluso, come avrei potuto far finta di nulla? In alternativa avrei dovuto cacciare tutti, ma la Nazionale non può prescindere da questi giocatori”.
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