Al minuto 54, Zlatan Ibrahimovic torna a San Siro. Il pubblico aspettava questo momento, e trasforma Milan-Sampdoria in una festa rossonera. L’ultima partita a San Siro l’aveva giocata il 13 maggio 2012, ultima giornata di campionato: finì 2-1 contro il Novara. Le ultime reti in Serie A, invece, le aveva segnate una settimana prima anche se non erano bastate a dare al Milan il successo nel derby contro l‘Inter che vinse 4-2.
Ibrahimovic preoccupa la difesa della Sampdoria. Salta di testa su calcio di punizione al 60′. Si fa trovare pronto sulla respinta di Audero che neutralizza la conclusione da fuori di Calhanoglu: pronto a destra, da fermo, appoggia morbido per Krunic che batte male al volo. Il Milan gioca su Ibra appena può. Lo svedese crossa al bacio sul secondo palo per Leao, che di testa è troppo morbido.
Ibrahimovic completa sei passaggi su dieci, di cui uno su quattro all’interno dell’area di rigore. Gioca a basso ritmo, i compagni lo cercano e a lui si affidano. Ma vede il calcio con tempi diversi. Si prepara a ricevere il pallone da Leao, che però non lo serve. Detta nel finale il triangolo a Suso, che incerto, gli offre un pallone di ritorno direttamente verso i cartelloni pubblicitari.
Ibrahimovic torna dunque in campo con la maglia del Milan, sette anni e mezzo dopo il suo trasferimento al Paris Saint-Germain. Arrivato in rossonero negli ultimi giorni d’agosto del 2010, dopo un’esperienza al Barcellona che, ha detto, gli aveva tolto la felicità di giocare a calcio, Ibrahimovic ha segnato 56 gol in 85 partite nella sua prima esperienza in rossonero.
In tre stagioni, lo svedese si conferma subito specialista in titoli nazionali. Al primo tentativo, con 14 gol, guida il Milan alla conquista dello scudetto come aveva già fatto con Ajax, Inter e Barcellona (oltre alla Juventus anche se i titoli saranno poi revocati per Calciopoli). L’anno successivo ha segnato il doppio, ha chiuso da capocannoniere, ma non ha bissato il titolo vincendo però la Supercoppa di Lega strappata all’Inter.
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