La regola sul fuorigioco e l’utilizzo del Var è cambiata: quando l’azione del presunto offside è questione di centimetri, ci si affiderà alla “classica” valutazione arbitrale. E’ quanto ha stabilito l’Ifab, e a tal proposito La Gazzetta dello Sport oggi in edicola ha intervistato il capo degli aribtri Uefa, l’italiano Rosetti.
L’ex fischietto approva la scelta di rivedere il regolamento: “La Var si avverte soprattutto quando non c’è. È indispensabile, garante di giustizia, però non deve alterare spirito e fluidità del gioco – spiega Rosetti – vogliamo interventi Var solo quando le immagini evidenziano un chiaro errore, non per ri-arbitrare le partite. Altrimenti meglio la decisione del campo”. Ecco perché è importante liberare il Var da valutazioni di pochi centimetri: “Se per valutare un offside di pochissimi centimetri occorrono svariati minuti per posizionare le linee, ed esiste una difficoltà reale nel determinare se è fuorigioco, sempre meglio lasciare la decisione del campo. Il protocollo Ifab insiste su questo concetto: la decisione va cambiata solo se le immagini provano una chiara evidenza”. Infine Rosetti chiarisce sul famoso “Silent Check”: “È un controllo ordinario che non si deve notare: da noi dura circa 16” (in media sono 8 a partita) e non interferisce sulla gara. L’errore importante, chiaro, viene rilevato mediamente in 27 secondi e determina una review dell’arbitro. Se le interruzioni sono troppo lunghe, più di 3 minuti con 10/15 replay e 4/5 camere differenti, significa che non è un “clear and obvious mistake” ma interpretazione soggettiva che il Var non deve correggere”.
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