Il 2019 della Serie A ha il volto di Gian Piero Gasperini e della sua Atalanta che non smette di stupire. Ha la carica di Simone Inzaghi che ha disegnato una Lazio bella ed efficiente. Dall’altro lato, non nasconde le ombre di un Milan sperduto fuori dal tempo.
L’Atalanta di Ilicic, Muriel, del “Papu” Gomez e della nuova scoperta Malinovsky (voto 10) racconta il meglio della Serie A nel 2019. L’Atalanta, prima squadra a centrare gli ottavi di Champions dopo aver perso le prime tre gare, hanno chiuso l’anno solare con una partita manifesto, il 5-0 al Milan. Un’esaltazione di calcio brillante e verticale, un premio a una gestione societaria che sa valorizzare i talenti e sta avviando la costruzione di uno stadio di proprietà.
Voto 10 anche alla Lazio di Inzaghi e Immobile, miglior bomber italiano e terzo ad oggi nella classifica della Scarpa d’Oro. Unica squadra a battere con continuità la Juventus, la Lazio ha messo in bacheca Coppa Italia (battendo in finale proprio i bergamaschi) e Supercoppa Italiana. Forte di un modulo che valorizza Luis Alberto, miglior assistman della serie A e primatista in Europa. La classifica degli assist della Serie A si colora sempre più di biancoceleste. Undici gli assist dello spagnolo che ha confermato la leadership solitaria nella speciale graduatoria e ha staccato ancora la concorrenza. Il “Papu” Gomez ha lanciato la sfida al trascinatore della squadra di Inzaghi: chi avrà servito più assist a fine stagione, vincerà una cena.
Antonio Conte (voto 8) è tornato in Italia per vincere e ha dimostrato di nuovo il suo valore quando si tratta di compattare una squadra, di creare una mentalità vincente e un gruppo coeso. Lautaro e Lukaku rappresentano la coppia rivelazione della Serie A, pesa però la gestione della Champions League con l’eliminazione nel girone a testimoniare qualche limite nel momento di alzare il livello oltre i confini della Serie A.
Resta globalmente positivo l’anno solare della Juventus (voto 7). L’ottavo scudetto consecutivo potrebbe non fare troppa notizia ma è la conferma di un progetto, di una visione non solo di squadra ma di società, che passa anche per l’emissione del bond a febbraio e per l’aumento di capitale votato quest’anno. Allegri lascia con la delusione della Champions League, Sarri arriva con la fama di rivoluzionario e il rischio di finire pompiere. Per ora, la sua Juve non è quella nuova ma nemmeno quella vecchia, ha riportato Dybala vicino alla porta e a grandi livelli. Ha chiuso il girone di Champions senza sconfitte, in campionato non sempre ha convinto.
Come non ha esaltato Cristiano Ronaldo (voto 6.5), pur eletto miglior giocatore della scorsa stagione in Serie A, ha mostrato grandi colpi ma non ha inciso sul rendimento della squadra come ci si sarebbe aspettati. E ha segnato molto meno di Messi, ma questo è un dettaglio.
Promosso il Cagliari di Maran (voto 7.5), protagonista quest’anno di una delle partenze migliori della sua storia, tanto da scatenare associazioni con la squadra dello scudetto. Giulini, nell’anno del centenario, ha reinvestito i soldi incassati per la cessione di Barella per regalarsi una grande squadra: al centro del progetto ha messo Nainggolan, che incarna un desiderio di riscatto forte e condiviso.
Vince e diverte la Roma di Fonseca (voto 7), allenatore rivelazione della stagione. Dopo la prima partita, in molti hanno pensato a un “nuovo Zeman” dal calcio divertente quanto squilibrato. Invece dopo il derby si è adattato presto. Dalle premesse di un possibile disastro ha costruito una squadra con tanto talento creativo davanti ma capace di una fase difensiva coordinata col supporto di tutti. Avere in squadra Zaniolo e Pellegrini (voto 8), il presente e il futuro della Roma, è un jolly da sfruttare.
Bene anche il Parma, e soprattutto la stella Kulusevski (voto 8). L’offerta della Juve, che ha sorpassato l’Inter nella corsa al giocatore che più ha stupito della Serie A, è la certificazione di un talento destinato a grandi traguardi.
Bocciato, invece, Mazzarri (voto 5), mediocre come il Torino che non decolla. Cairo non ha venduto i giocatori simbolo della rosa, ha aggiunto Verdi, ma dopo l’eliminazione ai preliminari di Europa League, il Torino si è perso. I risultati non arrivano, il gioco ancora meno.
Mediocre la Fiorentina di Commisso (4.5) nonostante il colpo Ribéry. Chiesa e Castrovilli rimangono come fiori non colti, Montella è un sorridente allenatore che vince sempre meno partite (voto 4). Del doman non v’è certezza.
Non decolla il Brescia, che paga anche un presidente “mangia-allenatori” come Cellino (voto 4.5). La scelta di esonerare Corini dopo un avvio non proprio disprezzabile per una parentesi con Grosso durata tre partite che ha portato zero punti e zero gol (voto 0 anche per lui), non ha aiutato. Fin qui, in campo non paga nemmeno il ritorno di Balotelli (voto 5.5 per il rendimento, 8 per le dichiarazioni contro i tifosi razzisti).
Bocciato il nuovo Milan (voto 4), senza identità né direzione come il vecchio e forse peggio. Boban e Maldini, le due bandiere rossonere arrivati tra mille proclami, hanno sbagliato praticamente tutte le scelte a cominciare da Giampaolo, chiamato senza convinzione, esonerato senza possibilità di difesa. Oggi i tifosi rimpiangono Gattuso, ma almeno si godono Theo Hernandez, unico vero colpo azzeccato del mercato rossonero.
Gattuso ora è chiamato a risollevare il Napoli, dopo i sei mesi più “pazzi” della gestione De Laurentiis (copyright del nostro Giovanni Scotto). Il Napoli di questa stagione, finora, è un disastro, Champions a parte. Il campionato è finito prima ancora di cominciare, in un rovesciarsi addosso vecchi rancori. Come mariti e mogli che divorziano tirandosi addosso i piatti di una vita.
Ma c’è chi ha saputo fare peggio. Ovvero il Genoa (voto 3), che ha vinto cinque partite nell’anno solare 2019, un record negativo da quando la Serie A è a venti squadre.
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