Il ritorno di Zlatan Ibrahimovic al Milan tiene banco in questi giorni in cui è fermo il campionato. Sull’affare legato allo svedese, ha parlato in ESCLUSIVA a CalcioToday.it Franco Ordine, editorialista de Il Giornale
L’operazione del club rossonero ha suscitato qualche perplessità, ma Ordine la promuove: “Per me è positivo questo ritorno perché il Milan, dentro lo spogliatoio, aveva bisogno di una figura carismatica come Ibra. Questa è una squadra costruita male, solo con il criterio della carta d’identità: mancano senso di appartenenza, DNA milanista e punto di riferimento. Lo svedese, anche se per 18 mesi, serve proprio a far capire agli altri come si sta in un club come questo. Per quanto riguarda gli obiettivi, credo che si possa arrivare ai margini dell’Europa League”. Inevitabile parlare del lavoro della dirigenza, in particolare di Boban e Maldini. Questo il pensiero del giornalista: “Io non li boccio perché loro hanno subito il diktat dell’azionista, che voleva solo profili di giovani calciatori. Al loro posto mi sarei battuto per una linea diversa. Boban è appena arrivato, Paolo sicuramente era convinto di fare bene, ma le squadre di calcio sono un mix molto complicato, non so se abbia intenzione di rimanere. Gazidis praticamente non si è mai visto, basti pensare che dopo oltre un anno non parla l’italiano. L’unico contributo lo ha dato sul Fair Play Finanziario“.
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Con l’arrivo di Ibrahimovic, resta da capire quale possa essere l’impiego di Piatek. Ordine mette in dubbio la sua permanenza: “Non so se l’attaccante polacco resterà. Nel caso in cui rimanesse, lo svedese gli darebbe senza dubbio una scossa, ma questo vale per tutti i giocatori del Milan. Secondo me i rossoneri prenderanno Todibo, difensore francese del Barcellona. Immagino che parta Kessie e arrivi un altro centrocampista”. L’editorialista de Il Giornale infine dice la sua su Pioli: “E’ un <normalizzatore>, un allenatore dal quale non ci si può aspettare genialate, ma nemmeno rovinose cadute, finora ci sono state nel derby e contro l’Atalanta“.
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