A Milano, sponda rossonera, è già “Febbre da Ibra”. La curiosità dei tifosi cresce, così come la voglia di rivederlo a San Siro. Il 6 gennaio, contro la Sampdoria, si prevede il boom di presenze sugli spalti. La cinquina incassata contro l’Atalanta, nell’ultimo impegno di campionato prima della pausa natalizia, sembra ormai un lontano ricordo: Ibra cadabra, una magia, un colpo (di mercato) e i brutti pensieri vanno via.
Ibrahimovic torna in Serie A, abbonamenti e ricavi in aumento per il Milan
Ora tutto è più bello, tutto è migliore: Ibrahimovic ha il più influente dei poteri, ridare speranza ad un progetto partito a fari spenti che non sta dando i frutti sperati. Se i risultati non arrivano, nemmeno il fatturato aumenta. Invece, da quando lo svedese ha annunciato il ritorno in rossonero, il marketing del Diavolo sorride maggiormente: le magliette con il nome dell’ex Galaxy sono balzate, nel giro di poche ore, in cima alle vendite nonostante il numero di maglia non sia stato ancora reso noto. Vista la portata economica e l’azzardo di questo evento, il 21 – come auspicato da Sky Sport – non sarebbe fuori luogo. Persino la campagna abbonamenti, nell’ultimo periodo, ha subìto una considerevole accelerata: carisma, voglia e dirompente di un talento in grado di compattare laddove c’è smarrimento.
Zlatan Ibrahimovic sa essere divisivo, ma è anche capace di unire: non c’è miglior collante dell’ego, i rossoneri lo sanno bene e fanno leva proprio su questo. Gli affezionati ricambiano, così Maldini, Boban e soci – in attesa dei risultati – possono tirare un sospiro di sollievo. Almeno nei guadagni si comincia ad avvertire quell’inversione di rotta richiesta a gran voce qualche tempo fa. Prima del “ciclone Ibra”.
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