Il Milan ha un problema in attacco. Il terzino Theo Hernandez, non a caso, è il capocannoniere della squadra. Merito sicuramente del colpo del mercato estivo rossonero, ma anche il segno di una sterilità offensiva che si è palesata anche contro il Sassuolo. I due legni colpiti dallo sfortunato Rafael Leao hanno riportato il portoghese al centro della scena. E fatto riemergere le difficoltà di Piatek. I due, però, potrebbero anche giocare insieme.
il polacco paga soprattutto una performance negativa in fase di finalizzazione. Se si guardano gli expected goals (xG), infatti, Piatek ha segnato praticamente la metà dei gol che avrebbe dovuto realizzare in base al modello in cui vengono tenuti in considerazione la distanza dalla porta, la tipologia di conclusione, l’angolo e altri fattori peOgnir stimare la probabilità di andare in rete per ogni tiro. Piatek ha segnato 4 gol rispetto ai 7.46 stimati, ma soprattutto ha una produzione offensiva, sempre misurata attraverso gli expected goals ogni 90 minuti, superiore sia rispetto alla sua esperienza con il Genoa, sia rispetto alla seconda parte del campionato con la maglia del Milan.
Ogni novanta minuti, Piatek tenta 3.8 conclusioni rispetto ai 2.28 di Leao, che raggiunge solo 0,23 xG di media, un dato inferiore allo 0,38 con cui ha concluso la stagione passata con la maglia del Lille.
Eppure il suo dinamismo si presta forse meglio al gioco di Pioli, all’idea di squadra elastica e razionale che il tecnico cerca di costruire. “Occupare, presidiare e sfruttare le fasce laterali è uno dei requisiti del gioco a zona. In entrambe le fasi di gioco dovremmo assolutamente tener conto di due fattori fondamentali del gioco del calcio: tempo e spazio” scriveva nella tesi a Coverciano.
Nelle sue prime settimane, ha mantenuto Suso e Calhanoglu come attaccanti esterni per sfruttare i tagli dei due verso l’interno. In questo modo, possono inserirsi da dietro, negli spazi di mezzo, Kessie e Bonaventura, sempre più al centro del progetto tecnico di Pioli.
Piatek si esalta nella semplicità delle giocate e delle esecuzioni. cerca il tiro con il minor dispendio possibile di energie. Non è associativo, collabora poco con la squadra, anche se ha aumentato la media di passaggi chiave ogni 90 minuti rispetto all’anno scorso a 1.21.
Il polacco, però, ha bisogno di una squadra che giochi in profondità, che possa aprirgli spazi e che sappia come servirlo velocemente in area. Di fatto, gli serve intorno una formazione integrata, che giochi a memoria e per lui.
Da questo punto di vista Leao, che offre una quota maggiore di passaggi chiave ai compagni, dunque di media ogni 90 minuti riesce a mandarli più di frequente al tiro, in questo momento risulta più funzionale nel dialogo con Calhanoglu e Suso. Aumentano le possibilità di far scorrere velocemente il pallone, ma è anche vero che il Milan rischia di perdere qualcosa in termini di presenza in area.
Per questo, non è da escludere che Pioli possa sperimentare un 4-4-2, viste anche la discontinuità di Bennacer come playmaker basso, e schierare insieme Leao e Piatek per mantenere i vantaggi del portoghese pur mantenendo un uomo in area per abbassare le difese avversarie. Leao potrebbe diventare dunque il jolly anche per risvegliare il senso del gol del “Pistolero” Piatek.
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