Un nuovo stadio al posto di San Siro, questa operazione ha portato recentemente Milano al centro delle cronache. Mentre i due club lombardi della massima serie, Inter e Milan, trattano con il comune presentando alternative e studi in tal senso, c’è chi non si arrende al fascino vintage e nostalgico de “L’unico stadio di Milano”, così definito dall’ingegnere Riccardo Aceti (docente di tecnica delle costruzioni al Politecnico di Milano). Proprio lui ha presentato uno dei progetti di riqualificazione dedicata all’impianto: salvare il più possibile per metterlo al servizio delle future generazioni con avanguardia e lungimiranza.
Questo spirito propositivo verso l’architettura, ma anche – in un certo qual modo – la memoria storica di una comunità ha sorpreso positivamente le istituzioni: “È utile presentare questi progetti, far sentire che c’è l’attenzione della cittadinanza e dei professionisti su un processo così importante. Noi abbiamo chiesto subito alle squadre di argomentare perché il loro progetto di riqualificazione fosse così oneroso e se non c’erano alternative”, il commento di Filippo Barberis, capogruppo PD al Comune di Milano.
Nello specifico le idee proposte sono diverse, ma entrambi fattibili: una prima ipotesi vedrebbe la demolizione del terzo anello per sfruttare le torri che lo sostengono così da realizzare una galleria panoramica in quota che offra servizi commerciali multifunzionali: ristoranti, campi di calcio a cinque, basket e addirittura una pista di pattinaggio in vista delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Tutto nasce da una tesi di laurea, sviluppata nel 2016, quando ancora la demolizione di San Siro non era una priorità.
La seconda idea, invece, è presentata dall’architetto Jacopo Mascheroni dello studio JMA. Anche in questa eventualità il terzo anello verrebbe demolito, così come le torri, che permetterebbero di agire sulla struttura per rivestire le balaustre esterne delle rampe con lamine di alluminio costruendo una nuova copertura a diamante in policarbonato compatto sopra al secondo anello. Ne gioverebbe la capienza dell’impianto che, abbassando il terreno di gioco di circa 2 metri, garantirebbe posti a bordo campo e ulteriori spazi da sfruttare per arricchire l’offerta. Critiche però dai club, per le eccessive spese che queste proposte richiederebbero, senza contare l’eventuale impossibilità di giocare con i cantieri in corso e i tempi troppo lunghi relativi alla realizzazione del progetto. Ad ogni modo la diatriba prosegue, vedremo se San Siro corrisponderà ad una rinuncia oppure verrà prestato il fianco ad una contropartita considerevole in fatto di riassetto.
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