Lazio come il Leicester che vinse la Premier League: le due squadre a confronto

Lazio come il Leicester che vinse la Premier League: le due squadre a confronto
Lazio come il Leicester che vinse la Premier League: le due squadre a confronto

La Lazio si candida come prima rivale nella corsa scudetto di Inter e Juventus. La vittoria nello scontro diretto contro i bianconeri ha esaltato il 3-5-2 di Inzaghi che ha disegnato una squadra compiuta, verticale, veloce e imprevedibile. Esaltata dalla presenza in attacco di Ciro Immobile, il terzo giocatore nella storia della Serie A a realizzare almeno 17 gol nelle prime 14 gare stagionali di campionato, dopo Antonio Angelillo (21 nel 1958/59) e Felice Placido Borel (17 nel 1933/34). La Lazio può sognare in grande, e pensare di ripetere l’impresa del Leicester che vinse il titolo in Premier League con il testaccino e romanista Claudio Ranieri in panchina. Le affinità non mancano.

Immobile come Vardy

Ranieri applicava un più classico 4-4-2 ma giocava un calcio non certo di possesso insistito e gioco corto. Fondamentale per la profondità un attaccante come Jamie Vardy, che segnò il primo gol dei Foxes in campionato. Nel corso della stagione, ha firmato la striscia più lunga di partite consecutive con almeno un gol all’attivo nella storia della Premier League (11, a fine novembre, contro il Manchester United). Se avesse realizzato un gol anche nel 3-0 allo Swansea del 5 dicembre, avrebbe raggiunto il primato assoluto nella prima divisione inglese di Jimmy Dunne dello Sheffield United nel 1931-32.

Vardy, che quest’anno è tornato un “cecchino” infallibile e a far volare il Leicester di Rodgers, ha chiuso quella stagione da vice-capocannoniere.

Immobile, con il suo movimento continuo in area e fuori, è l’attaccante più influente della serie A. Ha firmato quasi la metà dei gol della Lazio in campionato. Ma non sarebbe determinante senza una squadra capace di assecondarne i movimenti, di incentivare la densità e l’occupazione degli spazi con i tagli di Correa e gli inserimenti delle mezzali.

Lazio come il Leicester che vinse la Premier League: le due squadre a confronto
Lazio come il Leicester che vinse la Premier League: le due squadre a confronto

Acerbi e Morgan, i ministri della difesa

Il gioco della Lazio può funzionare anche perché al centro della difesa gioca Francesco Acerbi. Non è solo un marcatore efficace in grado di raddoppiare sugli attaccanti avversaria. E’ il primo regista della squadra, che quest’anno contro la Bosnia ha segnato anche il suo primo gol in nazionale. Le sue aperture verso gli esterni di centrocampo, o le verticalizzazioni verso Lucas Leiva, rappresentano i principali strumenti di avvio dell’azione biancoceleste. E spesso costringono gli avversari a scivolare velocemente nella zona del pallone e aprono corridoi sul lato debole.

Anche Ranieri aveva il suo colosso in difesa, e non solo come metafora. Wes Morgan, presenza imponente e capitano dei Foxes, arrivato al Leicester nel 2012, è risultato il giocatore di movimento con più minuti giocati in stagione. Il centrale giamaicano ha anche segnato due gol decisivi che hanno portato quattro punti: la rete della vittoria contro il Southampton e l’unica del Leicester a Old Trafford nell’1-1 col Manchester United.

Kante e Leiva, le chiavi del centrocampo

Diversa l’interpretazione, uguale l’importanza, degli uomini di equilibrio a centrocampo. Tatticamente, Ranieri ricercava un elemento più difensivo per il ruolo che gli inglesi definiscono, con espressione molto azzeccata, “holding midfielder“: il centrocampista che regge tutto. In quel Leicester, quel ruolo spettava all’ultimo arrivato in estate, che però era anche il secondo acquisto più costoso della campagna trasferimenti estiva: N’golo Kanté, che in molti hanno paragonato a Claude Makélélé.

Inzaghi nel suo 3-5-2 preferisce un più classico regista basso come Lucas Leiva. Forse meno dinamico di Kanté, che rincorreva tutti e ripartiva con scatti da centometrista, l’ex Liverpool è un giocatore completo. Primo per contrasti e intercetti nella rosa della Lazio, è quinto per passaggi a partita.

Luis Alberto e Drinkwater, la mente dell’attacco

La presenza di Kanté in quel Leicester liberava l’estro del compagno di reparto Daniel Drinkwater, che faceva andare la mente con la forza dell’intuizione. La velocità di pensiero è diventata chiara a tutta l’Inghilterra, e al ct della nazionale che l’ha fatto debuttare nel marzo 2016 in nazionale contro l’Olanda. Non era certo solo un portatore d’acqua, con un cognome buono per i giochi di parole.

La sveltezza della visione alimenta anche le prestazioni di Luis Alberto che ha raggiunto gli undici assist in stagione. La Lazio costruisce le azioni d’attacco nel 39% dei casi a sinistra, sfruttando proprio le qualità del camaleontico spagnolo sa adattare stile di gioco e rapidità di circolazione della palla in relazione alle strutture difensive avversarie. Trattiene palla, aspetta contro difese piazzate, ma sa anche verticalizzare velocemente come dimostra il perfetto lancio per il gol di Milinkovic-Savic contro la Juventus.

Mahrez e Milinkovic-Savic: genio e velocità

La densità nella zona di sinistra libera a destra Milinkovic-Savic che Inzaghi ha impostato ormai come mezzala. I tempi di inserimento lo rendono ancora più imprevedibile, il gioco della Lazio negli ultimi trenta metri guadagna alternative e possibilità di interscambi anche grazie all’ondeggiare fra le linee di Correa.

Milinkovic si sta rivelando letale come il mancino Mahrez nel Leicester che vinse il titolo anche grazie ai suoi 17 gol e agli undici assist. Imprendibile nel dribbling e quando partiva palla al piede, impossibile da inquadrare, diventava l’uomo in più. Un po’ come il serbo con due cognomi che in certe partite, come contro la Juventus, sembra davvero giocare per due.

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