Samuel Di Carmine apre le porte della crisi alla Fiorentina in una partita – quella andata in scena al Bentegodi di Verona – che sembra un poema epico, per non dire un film: Davide contro Golia, vince il più piccolo. L’inatteso. Così è stato per il Verona che, per guadagni e giocatori in rosa, è minore rispetto ai viola eppure in campo la differenza non si è vista: sul rettangolo verde non contano i soldi investiti, ma soltanto le qualità espresse. Di Carmine, con la Fiorentina nel cuore, l’ha fatto vedere segnando al suo grande amore calcistico.
I viola incassano una sconfitta che sa di beffa, Commisso che inizialmente aveva detto di essere restio a licenziare i suoi dipendenti (riferendosi a Montella, eredità tecnica della precedente dirigenza), stavolta potrebbe pensarci: sotto gli occhi della presidenza c’è ancora la sconfitta – un’altra – con il Cagliari. 5-2 inequivocabile, l’allenatore – dopo la sosta – ha chiesto una reazione di fatto non pervenuta. Alla società questo non è passato inosservato e, sapendo far bene i conti non solo a livello economico, non è sfuggito nemmeno il solo punto ottenuto nelle ultime tre partite. Troppo poco per il patrimonio investito in estate.
Fiorentina in crisi, Montella in bilico: Spalletti o Gattuso per sostituirlo
Commisso, che la promessa l’ha fatta ai tifosi (“Porteremo la squadra ai livelli di splendore della città”), potrebbe fare qualcosa per dare una scossa: la situazione di Montella non è delle migliori. La fiducia si starebbe esaurendo, per l’allenatore campano sarebbero finite le giustificazioni. O arriva un segnale confortante a breve, oppure sarà divorzio. Spalletti e Gattuso tornano di moda – fanno sapere da Sky Sport – in una piazza incredula, caduta sotto la mannaia scaligera per mano di un 31enne con il Giglio nel cuore e i sogni in tasca.
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