Il Napoli, il Milan, la nazionale. Non si è fatto mancare nulla Nando De Napoli, protagonista del calcio italiano a cavallo tra gli anni 80 e 90. Un buon ricordo ovunque, anche a Reggio, nella parte finale della sua carriera, quando ha auto modo di conoscere il giovane Ancelotti nelle vesti di tecnico della Reggiana. Da qui il messaggio lanciato in esclusiva a CalcioToday.it all’amico Carlo, al quale, però, non risparmia qualche piccola critica nell’analisi del momento no attraversato dagli azzurri, ma anche quello del Milan.
Sabato c’è Milan Napoli: chi rischia di più?
“È una partita molto delicata, secondo me vedremo una gara aperta perché entrambe le squadre hanno la necessità di vincere. Il Napoli deve cancellare due settimane di polemiche enormi mentre il Milan deve ottenere risposte da Pioli visto che il nuovo allenatore, fin qui, non è riuscito ad invertire la rotta. Una partita dal pronostico impossibile, è la classica sfida da 1X2”.
Ti sei fatto un’idea delle ragioni che hanno fatto precipitare il Napoli in una clamorosa crisi di gioco e di risultati?
“Non so, Ancelotti in estate si diceva contento della rosa che la società gli aveva messo a disposizione ed effettivamente la squadra ha elementi di ottimo valore, per cui era lecito aspettarsi sicuramente qualcosa in più mentre ad oggi la classifica mi sembra molto deficitaria. Poi la storia del ritiro è stata gestita molto male, in primis hanno sbagliato i calciatori ma in casi del genere anche l’allenatore deve dire la sua, magari provando a far rispettare la decisione della società. L’ambiente di Napoli è sempre un ambiente particolare, certe scelte vanno ponderate bene. Con noi Bianchi era ossessivo, ci diceva di uscire poco e di gestire bene la passione del pubblico perché poteva essere un’arma a doppio taglio. Adesso la squadra deve trovare la forza di uscire da questa situazione ma è un discorso che deve partire dalla testa, tutti gli altri aspetti sono secondari”.
Ancelotti si è sfogato anche contro la Var: da calciatore avresti apprezzato l’introduzione della tecnologia?
“Ho letto l’intervista rilasciata da Platini sull’argomento Var e devo dire che mi sono ritrovato tantissimo nel suo pensiero. Il calcio non deve perdere la sua connotazione umana, un contatto naturale rischia di passare come un fallo ma il calcio resta sempre uno sport fisico e la maggior parte delle valutazioni vano fatte sul campo e non attraverso uno schermo. Penso che al momento stia portando più confusione che vantaggi”.
Se Napoli piange, Milano non ride: Ibrahimovic potrebbe essere la panacea di tutti i mali?
“A dispetto dell’età, parliamo di un giocatore fisicamente integro. Non ne farei, in ogni caso, un discorso solo di carattere tecnico perché l’arrivo di Ibrahimovic darebbe uno scossone un po’ a tutti, a cominciare dallo spogliatoio. Quindi sì, lo prenderei sicuramente”.
Il discorso scudetto è limitato a Juventus e Inter o è ancora aperto ad altre squadre?
“La Juventus resta la squadra favorita per tutta una serie di ragioni ma spero che quest’anno le cose vadano diversamente. Nulla contro i bianconeri ma dopo tanti anni sarebbe ora di cambiare spartito. L’Inter ha acquisito la mentalità del suo allenatore ed è lì, magari pronta ad approfittare delle distrazioni europee della Juventus che ha come primissimo obiettivo la Champions League. Il Napoli è partito male ma nel calcio basa poco per recuperare terreno, quindi mai dire mai. E non escluderei sorprese come la Lazio, una squadra che a me piace molto e che potrebbe dire la sua anche in chiave scudetto”.
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