Mauricio Pochettino è stato esonerato dal Tottenham: una fine triste per colui che appena cinque mesi fa ha giocato la finale di Champions League. Ma il suo crollo non è un caso isolato, anzi. Le parabole discendenti, repentine, di allenatori passati dalla gloria all’inferno non sono tutti famosi come Pochettino, ma è facile capire come il baratro del fallimento non risparmi nessuno. Era il 1 giugno quando Pochettino si è giocato la finale di Champions League contro il Liverpool, a Madrid. Non vinse quella partita, ma la stagione degli Spurs fu comunque estremamente positiva. Ma quella attuale è un incubo: la squadra è vicina alla zona retrocessione. 14esimo posto in classifica e l’esonero con l’arrivo di José Mourinho a salvare il salvabile.
MOURINHO – Prima dell’approdo recentissimo al Tottenham, José Mourinho era da quasi un anno senza squadra. Cacciato dal Manchester United che aveva guidato dal 2016. Lo “Speciale One” lascia subito il segno: pur arrivando sesto in campionato (ma con una squadra obiettivamente meno forte delle altre) riesce a vincere l’Europa League battendo l’Ajax. Però, nella stagione seguente le cose vanno male, a partire dai continui litigi con Pogba. La conseguenza sarà un licenziamento nel dicembre del 2018, con una risoluzione arrivata dopo una lunga trattativa.
KOVAC – Arrivato alla guida del Bayern Monaco, l’ex ct della Croazia Niko Kovac entra subito nella storia: nella scorsa stagione vince la Supercoppa di Germania e soprattutto consegna ai bavaresi il 29esimo titolo nazionale, il settimo di fila. In più, arriva anche la Coppa di Germania, centrando un triplete di trofei nazionali che mancava da sei anni. Con questi successi Kovac è diventato il primo allenatore nella storia del calcio tedesco a conseguire almeno un “doplete” sia da giocatore che da allenatore. Ma dopo questi trionfi l’attuale stagione comincia male, e non mancano gli oscuri presagi: il Bayern Monaco perde la Supercoppa di Germania. In campionato, dopo risultati discontinui e un gioco deludente, arriva la risoluzione consensuale e l’addio dopo la sconfitta per 5-1 sul campo dell’Eintracht Francoforte.
DI FRANCESCO – Andando un po’ più sul “terra terra” è passato dalle stelle alle stalle anche l’italiano Eusebio Di Francesco. Nel suo passaggio dal Sassuolo alla Roma era considerato uno dei tecnici giovani più brillanti in Europa. E non tradì le attese: anche grazie a un gioco frizzante riuscì a portare la Roma, alla sua prima stagione, addirittura in semifinale di Champions League. Un percorso molto bello, dove il trionfo col Barcellona è rimasto nella storia. Quella Roma uscì contro il Liverpool, ma restò una grande impronta: anche perché i giallorossi furono sfavoriti dall’arbitro. Però, nell’annata successiva le cose vanno molto peggio: la Roma fatica, gioca male, e non fa più risultati. Anche per lui arrivò l’esonero.
MONTELLA – Si sta provando a ricostruire una carriera e una reputazione Vincenzo Montella. L’attuale allenatore della Fiorentina, proprio nella sua prima esperienza in viola, aveva fatto benissimo. Era la stagione 2013/14 e portò la squadra al quarto posto in campionato (che allora non vale la Champions League) e soprattutto agli ottavi di finale di Europa League e in finale di Coppa Italia contro il Napoli. Un’annata da incorniciare, o quasi: ma quella successiva fu disastrosa. La Fiorentina, di fatto, si “sciolse” e per Montella arrivò l’esonero con tanto di clausole, ripensamenti del club e polemiche. Da lì un lungo declino per l’allenatore campano, che proprio da Firenze sta provando a ripartire.
CORINI – Non si parla di coppe europee o piazzamenti in alta classifica, ma la storia di Eugenio Corini al Brescia è simile a quella di grandi allenatori decaduti in pochi mesi. Corini ha portato il Brescia in Serie A vincendo il campionato di Serie B, ma soprattutto regalando gol e spettacolo. Una squadra compatta, organizzata, che sembrava potesse far bene anche in Serie A. E pur dando sensazioni nel complesso positive, secondo il presidente del Brescia Cellino, Corini ha meritato l’esonero. I risultati non hanno dato ragione all’allenatore, che pochi mesi dopo la festa promozione si ritrova a casa da tecnico esonerato.
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