Si torna a parlare della questione razzismo negli stadi dopo gli episodi spiacevoli, durante Verona-Brescia, accaduti a Mario Balotelli preso di mira da una rappresentanza dei tifosi scaligeri. Inoltre a gettare benzina sul fuoco ci hanno pensato le dichiarazioni velenose e fuori luogo contro l’ex attaccante di Inter e Milan da parte di Luca Castellini, leader degli ultras veronesi, parole che gli sono costate l’allontanamento dal Bentegodi fino al 2030.
A tal proposito prende parola la Curva del Brescia che, attraverso un comunicato apparso sui social, vuole difendere la categoria delle frange più estreme del tifo in generale, sottolineando come non siano tutti uguali, né tutti razzisti:
“Le dichiarazioni personali di uno dei leader della Curva veronese non possono giustificare la caccia alle streghe scatenata da media e istituzioni nell’ennesimo tentativo di criminalizzare e infine giustiziare l’intero mondo Ultras. Questo non significa che certi cori siano legittimi e accettabili ma nemmeno che i tifosi gialloblù siano tutti razzisti e che la Curva del Verona sia una sorta di covo del KKK. Le tifoserie non possono essere considerate razziste ma il razzismo esiste ed è spesso utilizzato per creare un nuovo allarmismo fra l’opinione pubblica. Questo linguaggio non convenzionale è utilizzato sempre più spesso da personaggi pubblici e politici, ai quali naturalmente nessuno penserebbe mai di applicare il codice etico”.
Balotelli, parola ai tifosi del Brescia: “Mario sudi la maglia, gli ultras non sono tutti razzisti”
Poi la nota dei tifosi delle Rondinelle prosegue, facendo riferimento alla condotta personale di Balotelli che, negli anni, non è stata inappuntabile secondo i rappresentanti del tifo organizzato: “Siamo estremamente convinti che Balotelli sia a tutti gli effetti italiano ma l’arroganza che sembra trasparire di continuo dalla sua persona non è giustificabile. Le celebri Balotellate sono ormai storia nota e conclamata. Ciò che più conta sono lo spirito di sacrificio, la passione, il rispetto, le motivazioni e la maglia sudata, concetti che al momento parrebbero a lui sconosciuti. Ci sentiamo di condannare ogni gesto, ogni provocazione palesemente ostile e discriminatoria, però, vogliamo dare la nostra solidarietà a chi ha subito l’ennesimo provvedimento liberticida, questa volta non dalla Questura, che evidentemente non ha ritenuto così grave l’atteggiamento suddetto, ma dalla propria società”.
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