Forse un po’ inaspettato, Miralem Pjanic è il simbolo della Juventus di Sarri: diventato punto centrale del gioco, intoccabile e anche goleador. Pronto a tornare dopo il leggero infortunio, il bianconero si racconta a Tuttosport, dove svela la gioia nel farsi allenare dal nuovo tecnico della Juventus. “Vorrei che toccasse 150 palloni a partita”, spiegò Sarri quando arrivò a Torino: un intento che si è realizzato molto in fretta. Regista e soprattutto leader.
IL RUOLO – Pjanic spiega come è cambiato il suo modo di giocare: “Cerco di fare quello che l’allenatore mi chiede. Trovare spazio e farmi vedere per ricevere palla. Quello che mi piace nella sua visione è il gioco a uno-due tocchi, il far correre la palla e non i giocatori, perché la palla viaggia sempre più veloce. A me piace giocare così, con meno tocchi possibile. Ho un ruolo molto importante e mi trovo molto bene in questo modo di giocare. Dobbiamo solo essere più cinici e chiudere le partite: in questo modo incuteremo timore nei nostri avversari”.
POCHI GOL – “Creiamo tante occasioni – spiega Pjanic a Tuttosport – tiriamo tanto ma senza voler spaccare la porta. Quando arriveranno più gol ci sarà lucidità e tranquillità. La Juventus ha enormi qualità”.
LE DIFFICOLTA’ COL GENOA – “L’importante è che abbiamo vinto. L’Inter ci era riuscita, il Napoli si era fermato. E’ importante tenere il passo, dobbiamo fare così fino a marzo, quando si deciderà il campionato. Intanto vogliamo provare ad allungare il passo. Col Genoa partitta complicata. Nel primo tempo eravamo un po’ lenti e non abbiamo creato molto. Nel secondo qualche errore nostro, ma il loro portiere ha fatto grandi parate, poi in Serie A tutte le squadre sanno difendersi bene e quando si chiudono non è facile trovare spazi. Il Genoa è stato bravo, hanno giocato fino alla fine”.
PUNIZIONI –Sui calci di punzioni Pjanic svela: “Mi trovo meglio quando ci sono quelle più vicino alla porta. Cristiano Ronaldo ha un calcio più potente da lontano, ma calcia bene anche da vicino. È vero, adesso per lui la palla non entra su punizione, ma più se ne parla peggio è. Noi nello spogliatoio non ne parliamo, e non c’è un problema di come gestire le punizioni. Cristiano Ronaldo mi ha detto che se voglio tirare quelle più da vicino posso farlo, non ha problemi. Ma non ce ne sono nemmeno per me, se c’è qualcuno che può decidere se tirarle o meno è proprio lui”.
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