La richiesta forte di nuovi innesti alla società del suo allenatore Antonio Conte, ancora una volta, ieri sera dopo la vittoria contro il Brescia. I troppi impegni ravvicinati tra campionato e Champions League, gli sforzi fisici dei ragazzi, lo zoccolo duro sul quale l’ex ct conta per costruire un ciclo vincente all’Inter, mettono a rischio la salute degli uomini migliori, ci vogliono ricambi all’altezza. Hanno un peso importante le parole di Conte, perché è l’uomo al quale la proprietà Suning ha affidato un progetto di rilancio, ambizioso, e allora cosa voleva dire Conte con quella frase: “Ho capito molte cose ora che sono dentro al progetto Inter”. Un messaggio diretto alla dirigenza nerazzurra, molto chiaro, che dice in modo esplicito come il tecnico salentino stia richiamando tutti alla massima attenzione. In ESCLUSIVA alla redazione di CalcioToday.it parla Ernesto Paolillo, l’ex amministratore delegato nerazzurro ai tempi della presidenza Moratti e che tanto bene conosce le dinamiche interne al club di Viale Liberazione.
Che idea si è fatto delle parole di Conte ai dirigenti nerazzurri: troppo dure?
“Ha ragione. E’ un appello forte ed è giusto che lo faccia considerato il suo ruolo. A lui è affidato il progetto tecnico, deve chiedere per ottenere i migliori risultati sul campo. Ora sono gli altri che lo devono accontentare nei limiti del fair play finanziario”.
Conte parla chiaro, secondo lei a gennaio sarà accontentato?
“Lo spero perché è vero che giocano sempre gli stessi. Sia ben chiaro che fare mercato in gennaio non è come andare in un negozio e compri quello che capita. Per costruire una squadra da scudetto serve tempo, e io confido in Beppe Marotta che ha l’abilità e l’esperienza per realizzare tutto questo. Non si compera tanto per comperare, la Juventus lo insegna”.
Per un interista guardare in casa bianconera non è proprio facile?
“Bisogna essere onesti e riconoscere quello che è l’oggettività. La Juventus ha fatto bene, ha saputo costruire e funziona molto bene come società. Solo questo, altro meglio non guardare lì”.
Che voleva dire Conte con quella frase: “Ho capito ora cosa c’è dentro l’Inter”?
“Va chiesto a lui. Posso immaginare che i problemi siano legati al fatto che l’Inter deve ancora costituirsi come grande club, lo stanno facendo, ma serve tempo. Conte vuole vincere subito ed è un bene. Ma per farlo bisogna acquisire una mentalità internazionale di calcio moderno, innovativo, rispetto al momento nel quale è il club. Le spiego, le aziende cambiano negli anni, nel calcio invece tutto si modifica in modo ancora più veloce. L’Inter purtroppo ha avuto qualche rallentamento con la gestione Thohir ed ora deve correre per recuperare agli sbagli del passato”.
La strada intrapresa è quella giusta?
“Assolutamente si. L’Inter ha due vantaggi: Conte come allenatore che va ascoltato quando si lamenta perché serve da sprone a tutto l’ambiente. L’altro sono i due grandi dirigenti che abbiamo, Marotta e Antonello sono il bene dei nerazzurri e faranno grandi cose, ne sono assolutamente convito”.
Ieri sera come ha visto Balotelli?
“Provo un grande dispiacere a vedere il talento di Balotelli svanito negli anni. Lo ricordo ragazzino, lo acquistammo noi, lo seguivo io che mi occupavo di settore giovanile. Vedere questo enorme talento sprecato è una pena, glielo dico con il cuore. Purtroppo non è stato supportato a sufficienza come persona, fuori dal campo intendo. Mi auguro ritrovi serenità. Quando l’ho preso ero convinto che sarebbe diventato un grandissimo calciatore. Supportato diversamente oggi parleremmo di questo”.
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