Balotelli, nessun gol e molti fischi da avversario contro l’Inter

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“Fisico statuario, buona tecnica, tiro fenomenale, Mario deve ancora crescere dal punto di vista tattico”. Così nel 2006 il giornalista Gabriele Cattaneo sintetizza qualità e prospettive del centravanti sedicenne che ha appena segnato il suo primo gol con gli Allievi dell’Inter: Mario Balotelli. Il Lumezzane l’ha scambiato per un difensore di tre anni più grande, Fabio Ballini. E’ l’inizio di una storia d’amore, tradimenti, applausi e fischi.

Gli esordi di Balotelli all’Inter

Vincenzo Esposito lo aggrega presto alla Primavera: qui diventa grande amico di Mattia Destro. Contribuisce a vincere il campionato e nel febbraio 2008 segna due gol all’Empoli nella finale del Torneo di Viareggio. In campo si presenta con un taglio di capelli in stile mohicano per imitare il compagno di squadra N’Ze. In campo è decisivo, anche se l’Inter conquisterà il titolo solo ai rigori. Il tecnico dell’Empoli però lo accusa: “Ha sbagliato a venire a festeggiare davanti alla nostra panchina” dice. “Non avrei mai mancato di rispetto” risponde Balotelli.

Nel frattempo, ha già conosciuto la Serie A, ha debuttato il 16 dicembre 2007 a Cagliari. L’Italia l’ha conosciuto invece in Coppa Italia. Tre giorni dopo segna i suoi primi gol da professionista contro la Reggina: prima un tap-in ravvicinato, poi un dribbling al portiere Novakovic prima di realizzare a porta vuota. La timidezza non fa per lui.

Balotelli, la doppietta manifesto alla Juventus

Balotelli diventa Balotelli il 30 gennaio 2008, gara di ritorno dei quarti di finale di Coppa Italia contro la Juventus.

Mancini lo schiera accanto a Cruz, con Jimenez rifinitore. Passano dieci minuti poi Maniche lo ispira, Balotelli ringrazia, salta Birindelli, di controbalzo anticipa il ritorno di Legrottaglie e batte Belardi. Il primo tempo si chiude sul 2-2, Balotelli intanto regala un numero dopo l’altro e gli avversari lo trattano non come il classico ragazzino in mezzo ai grandi: è diventato un rivale come gli altri. Un avversario che al 10′ del secondo tempo controlla un tiro-cross di Stankovic con le spalle alla porta, protegge il pallone da Legrottaglie e stampa una sassata-manifesto.

Fisico statuario, tiro fenomenale: Balotelli si annuncia. Nell’anno dell’esordio, segna 7 gol in 15 partite. Non sempre però esulta. “Fare gol è il mio mestiere. Sto soltanto facendo il mio lavoro. Per caso un postino festeggia quando consegna una lettera?”.

Balotelli, nessun gol e molti fischi da avversario contro l'Inter

Inter, Balotelli con Mourinho: l’aneddoto di Kazan

L’anno successivo arriva Mourinho in panchina. Balotelli vince da protagonista la Supercoppa italiana contro la Roma, poi a novembre diventa il più giovane marcatore in Champions League della storia dell’Inter a 18 anni e 85 giorni. Per lui, alla luce dei cori razzisti dei tifosi della Juve il 19 aprile 2009, la FIGC cambia il regolamento e assegna al’arbitro la facoltà di sospendere la partita in caso di episodi simili. Balotelli segna otto gol in stagione e vince lo scudetto.

Inquadrare Balotelli non è mai stato facile. A Kazan, nella Champions 2009-10, deve reggere l’attacco da solo: Milito non c’è, Eto’o non è al meglio. Nel finale del primo tempo, l’arbitro lo ammonisce. “Ho passato 14 minuti dei 15 di intervallo a parlare solo con Mario. – dice Mou – Gli ho detto che non avevo sostituti in panchina, che non potevo fare cambi. Di non toccare nessuno, che se qualcuno lo avesse provocato lui non doveva reagire, di stare calmo”. Come finisce? Balotelli è espulso al primo minuto del secondo tempo.

Balotelli e la maglia gettata contro il Barcellona

“Probabilmente è arrivato troppo presto a livelli così alti’ ha puntualizzato Materazzi, che ha poi aggiunto: “Io uno così forte già a 16/17 anni, che sfidava non dico me, ma gente come Sinisa, Samuel, Cordoba, Lucio e Chivu, non l’ho mai visto: è nato per il calcio, dicevo”. Balotelli l’irregolare, “che un giorno era Mario, quello dopo SuperMario e un altro ancora semplicemente niente” come ha detto Mourinho, è rimasto il talento spensierato dal fisico statuario, dal tiro fenomenale che deve crescere dal punto di vista tattico.

La storia di Balotelli, nel finale, diventa storia di maglie. E’ infatti tifoso del Milan, e quando i tifosi gliela vedono indossare a Striscia la Notizia qualcosa si rompe. Quel gesto anticipa di poche settimane il momento della definitiva spaccatura, negli ultimi minuti della semifinale di Champions contro il Barcellona. Balotelli, che ha giocato l’ultima mezz’ora a San Siro, non convince. L’Inter vince 3-1, i tifosi lo fischiano, lui si toglie la maglia e la getta a terra. “E’ l’unica cosa che non rifarei” dirà. Resta l’immagine forte della rottura, epifania di una stagione che si chiude con il calcio di Totti in finale di Coppa Italia. Dopo 86 partite e 28 gol, Balotelli lascia l’Inter.

Balotelli contro l’Inter: nessuna rivincita

Da avversario ci ha giocato finora cinque volte, senza mai segnare. La prima nel febbraio 2013. E’ arrivato al Milan, ma fa due regali alla sua ex squadra, manca due enormi occasioni da gol in novanta minuti per lui deludenti: il derby finisce 1-1, Schelotto cancella il vantaggio di El Shaarawy.

“Buon Natale e buon anno a tutti, anche all’arbitro” scriverà su Twitter dieci mesi dopo. Mancano tre giorni a Natale, un Balotelli intristito non ha acceso il derby illuminato invece nel finale dal gol di tacco di Rodrigo Palacio.

L’unico lampo da ex è la punizione che si trasforma in assist per il gol vittoria di De Jong nel maggio 2014. Nel 2015-16, la sua ultima stagione al Milan, gioca in totale 40 minuti. E’ un comprimario anche nella lezione di Mihajlovic, allora tecnico del Milan, a Mancini: nel 3-0 rossonero, fa in tempo a farsi ammonire. E’ un Balotelli solitario e finale. Dalla Francia è tornato un Balotelli diverso. Brescia aspetta e spera.

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