La nona giornata di Serie A è stata caratterizzata da una Serie di discussi episodi arbitrali. La questione dei falli di mano, che con la nuova regola si trascina dalla prima giornata. Ancora lo juventino de Ligt involontario protagonista, ma non solo. Polemiche per il gol di Lukaku in Parma-Inter sul presunto fuorigioco di Candreva, e si è arrivati fino al posticipo della domenica, dove Fiorentina-Lazio è stata caratterizzata da una direzione arbitrale che ha fatto infuriare entrambe le squadre. A spiegare gli episodi e provare a fare chiarezza ci ha pensato l’ex arbitro Mauro Bergonzi, che in esclusiva a CalcioToday.it ha commentato gli episodi più lampanti della nona giornata.
IL RIGORE DI DE LIGT – “Dopo che Valeri ha arbitrato molto bene Parma-Genoa, è stato inviato da Rizzoli a dirigere una gara difficile come Lecce-Juventus. Non si tratta mai di una partita facile, però Valeri l’ha valutata bene, soprattutto nel primo tempo. L’episodio del rigore per il fallo di mano di de Ligt è chiaro: la scelta del direttore di gara è giusto. Credo che Valeri ha valutato esclusivamente il braccio del difensore, che era un po’ largo. Il braccio ostacola in modo evidente il passaggio del pallone, e la deviazione a questo punto conta poco – spiega Bergonzi – Approvo la decisione dell’arbitro, ed anzi mi chiedo cosa sarebbe successo se questo rigore non fosse stato concesso? Credo che ci sarebbero state polemiche molto più pesanti. pprovo la decisione di valeri. Bisogna pensare al contreario se non avesse fischiato?”.
SULLE NUOVE REGOLE COI FALLI DI MANO – “È diventato difficile commentare, perché queste regole hanno complicato tutto – commenta Bergonzi a CalcioToday.it – la cosa migliore è guardare all’essenziale, provare a valutare come si faceva prima provando a rispettare il regolamento. Quando il braccio è largo ci sono pochi dubbi, ma oggettivamente la situazione è diventata complessa, sia per gli arbitri, sia per chi vuole provare a intepretare le decisioni”.
IL GOL DI LUKAKU IN INTER-PARMA – “Il gol di Lukaku è regolare – prosegue Bergonzi a CalcioToday.it – la tecnologia in 3D “Crosshair” ha dimostrato che il piede del difensore del Parma era più dietrorispetto alla proiezione della palla sul terreno di gioco. Gli addetti al VAR hanno individuato i punti giusti. Bisogna partire dal punto più vicino alla porta. Dalle immagini mi sembra che la spalla di Candreva era più avanti. In questo caso la posizione della testa non può che essere più dietro, ma comunque non influisce. I punti rilevati dal VAR, a mio parere, sono corretti. La posizione di Candreva è regolare”.
GUIDA IN FIORENTINA-INTER – “Guida è stato uno dei migliori arbitri dello scorso campionato – prosegue Bergonzi – ciò gli ha permesso di arrivare in Champions League: mercoledì ha arbitrato bene il Tottenham. Quindi è un arbitro in un momento positivo, di grande fiducia. A volte, però, quando ce n’è troppa c’è il rischio di lasciare per strada la concentrazione. E’ accaduto nel primo tempo, quando Guida manca un calcio di rigore netto alla Lazio. Il difensore viola tampona l’attaccante con una spinta nettissima. Era assolutamente rigore, e non so perché il VAR non è intervenuto. Presumo che il VAR ha avallato la decisione di Guida, che aveva controllo totale della visione. Eppure il rigore è netto. Nel finale di gara il gol della Lazio è viziato da un fallo nettissimo di Lukaku su Sottil: colpo alla coscia evidente. L’arbitro era a 3-4 metri, aveva campo aperto e non ha fischiato. Da lì, naturalmente, parte l’azione del gol che ha deciso la partita. Anche in questo caso il VAR non è intervenuto: quando arbitravo io il VAR non c’era, non conosco bene i criteri di comunicazione. Credo che il VAR ha lasciato valutare all’arbitro, come spesso accade”.
RIBERY E GLI SPINTONI – “Ribery era nervoso per la sostituzione e per gli episodi arbitrali – conclude Bergonzi a CalcioToday.it – nel dopogara ha dato due spinte evidenti all’assistente dell’arbitro. Gesto scellerato e squalifica in arrivo. Nel referto è stato indicato tutto, non si può evitare la giusta punizione. Mettere le mani addosso a un arbitro, ma anche insultarlo, è gravissimo. E’ ovvio che Ribery ne pagherà le conseguenze, peccato perché un gesto così sbagliato arrivi da un giocatore esperto come lui”.
IL VAR CHE NON INTERVIENE – “Ci tengo a concludere – spiega Bergonzi – che spesso il VAR non interviene perché l’arbitro vede gli episodi, li valuta. In questo caso il VAR lascia che sia il direttore di gara a decidere: a meno che non ci siano i cosiddetti “chiari ed evidenti errori”, ma secondo me questo termine genera confusione. Preferisco parlare di “topiche”, ossia di sviste colossali, sulle quali il VAR non può far finta di nulla. Scambi di persone, errori pacchiani. Questo il giusto concetto per capire quando il VAR interviene su una decisione del direttore di gara”.
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