Juve-Bologna si chiude nel segno delle polemiche per il tocco di mano di De Ligt in area. Il tocco di mano è innegabile, ma non è punibile. Il regolamento nello specifico è chiaro. “Non è infrazione se il pallone tocca le mani/braccia del calciatore se il pallone proviene dalla testa o dal corpo (compresi i piedi) del calciatore stesso”. Ecco perché l’arbitro ha deciso di non fischiare il rigore. E non serve nemmeno la review al VAR.
Perché non è rigore: la ricostruzione
L’episodio in questione accade al minuto 91. Skov Olsen crossa dalla destra, De Ligt tenta il rinvio ma interviene in maniera goffa. L’aspetto chiave è tutto in questo intervento. Il VAR invita Irrati ad aspettare per far riprendere il gioco con la rimessa laterale. Perché? C’è da verificare se De Ligt abbia toccato o meno la palla di piede prima che gli finisse sul braccio.
Perché la posizione del braccio è innaturale, e su questo non ci sono dubbi. Se De Ligt non tocca il pallone col piede prima, è rigore sempre e comunque. Altrimenti, come da regolamento, non è rigore. Ed è una decisione automatica, in questo caso, non soggetta a interpretazione. De Ligt interviene in scivolata, tocca col tallone sinistro, il pallone cambia direzione e gli finisce sul braccio sinistro. E’ mano, ma non è fallo. E’ una fattispecie indicata chiaramente dal regolamento. Un episodio di scuola, dunque, per cui le polemiche non dovrebbero nascere.
C’è un caso ulteriore, scrive però Luca Marelli sul suo blog, una possibile eccezione che non riguarda questo caso ma è destinata a verificarsi in futuro. “Poniamo che De Ligt si fosse opposto ad un tiro in porta” scrive l’ex arbitro. “Nel caso in cui (De Ligt) si fosse opposto ad un tiro (con questa postura) deviando il pallone sul proprio braccio in quella posizione, anche in una tal circostanza sarebbe stato calcio di rigore”. Ma non è il caso di Juve-Bologna. De Ligt non ha fermato un tiro. Quindi non è rigore. E non c’è da rivedere l’episodio al VAR.
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