Mai banale, pungente e diretto come nel suo stile, ha ancora voglia di essere decisivo in Serie A. Zlatan Ibrahimovic si confessa in un intervista alla Gazzetta dello Sport, questa mattina, i temi sono il suo possibile ritorno in Italia, l’Inter e Conte, Mihajlovic, le voci sul Napoli ma sopratutto la consapevolezza di valere ancora almeno 20 gol anche a 38 anni. Insomma il gigante svedese si sente ancora un ragazzino, l’acciaio nei muscoli è vivo, non c’è traccia di ruggine e allora perché non chiudere la carriera proprio in Italia? Da un pò di tempo Ibra non scarta l’ipotesi, il nostro paese e la Serie A, gli sono rimasti nel cuore, “La mia seconda casa” per su stessa ammissione. Ci sono ancora due mesi di contratto con i Los Angeles Galaxy e poi si vedrà, dice l’ex Ajax.
“Ho ancora un paio di mesi per decidere, l’importante è stare bene. A 30 anni iniziai a lavorare in modo maniacale sul corpo per mantenermi. Attenzione: sottolineo “mantenermi”, non ho detto “diventare più forte”. Questo è impossibile, più di così!”.
RITORNO IN ITALIA: “Da voi quanti momenti indimenticabili, ascolterò tutto.
Detto ciò, indipendentemente dalla squadra, voglio lottare per il massimo: se tornassi
vorrei puntare allo scudetto, non cerco chi mi dà fiducia solo perché sono Ibrahimovic.
Non sono un animale da zoo che la gente va a vedere: posso ancora fare la differenza” .
IL NAPOLI: “Ho apprezzato molto un documentario su Maradona. Ecco, vedendo l’amore di quella città mi verrebbe quasi la voglia di provare un’esperienza al Napoli: sarebbe fantastico replicare ciò che fece Diego”.
SU MIHAJLOVIC: “È un amico, se scegliessi Bologna sarebbe solo per lui. Ci siamo sentiti. Mi ha detto: “Zlatan, qui gli altri correrebbero per te. Tu stai davanti e buttala dentro”. Lo ringrazio, ma credo sia difficile che possa accadere: se cambio idea, lo chiamo subito. Anche perché, in Serie A anche oggi sarei in grado di realizzare una ventina di gol”.
MOURINHO: “Resterà per sempre lo “Special One”. Lo sento ancora oggi, ha avuto un impatto incredibile sulla mia carriera. E vorrei che fosse già su una panchina: la prossima avventura sarà vincente, sicuro”.
L’INTER E CONTE: “Non lo conosco personalmente, ma tutti dicono dia il 500% ogni giorno. In questo siamo uguali, ci saremmo trovati bene insieme: entrambi crediamo
nel sacrificio, l’unica strada per il successo. L’Inter ha fatto un super colpo”.
IL MILAN: “Un disastro: tante parole, pochi fatti. Questo non è il club del quale tutti si sono innamorati, in Italia e nel mondo. Forse oggi c’è gente sbagliata che dovrebbe stare da altre parti”.
GUARDIOLA: “Non c’è mai stato confronto per colpa sua. È capitato di giocare contro: quando rientravo nello spogliatoio a fine partita, lui aspettava che io passassi. Sulla porta c’era un suo collaboratore che lo avvisava: Ibra è andato: esci pure. Non ho mai capito il motivo. In tv fa sempre il duro, poi quando trova uno vero si nasconde. Come allenatore è un fenomeno, ma come uomo…”.
LA JUVENTUS: “Rimane sempre la favorita, i nerazzurri sono in crescita. Al
Napoli serve qualcosa di più, le altre sono indietro”.
FUTURO DOPO IL CALCIO: “Ho voglia di ricoprire un ruolo importante, voglio avere responsabilità e potere decisionale. Potrei anche diventare un allenatore, ma lo stress è parecchio: in una sola stagione invecchi dieci anni. Vorrei essere ricordato tra 50 anni per ciò che ho dimostrato in carriera: Ibrahimovic è questo e non ce ne sarà mai un altro”.
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