Il Milan deve ritrovare il vero Krzysztof Piatek. Le colpe dei rossoneri non sono imputabili a un singolo giocatore, ma il contributo del polacco è stato quasi nullo. In queste prime giornate è sembrato un lontano parente rispetto al cecchino della scorsa stagione, quando tra Genoa e Milan mise insieme un bottino di 30 reti. All’improvviso Piatek ha perso la mira e il problema non è soltanto il gioco di Giampaolo.
Anche in Nazionale è finito in panchina e quando entra non vede più la porta. In questa pausa ha giocato mezz’ora con la Lettonia e solo un minuto (nel recupero) contro la Macedonia. Un dato su tutti rappresenta la crisi di Piatek: il gol su azione, comprese le amichevoli, manca dal 19 maggio scorso (contro il Frosinone). Un digiuno troppo lungo per il centravanti titolare del Milan, che a inizio anno partiva come uno dei gioielli della Serie A. In sette partite invece ha segnato due gol su rigore, per altro grazie alla staffetta con Kessiè, e contro il Genoa è stato sostituto all’intervallo.
E’ sotto l’occhio di tutti che Piatek sta vivendo un momento di difficoltà, non solo a livello di numeri, ma anche psicologico. Un crollo verticale che in pochi si sarebbero aspettatati, dopo una prima annata da record. Il cambio allenatore e l’arrivo di Pioli potrebbe portarlo più vicino alla porta, sperando di riaccendere la scintilla. In questo momento il Milan ha bisogno dei suoi gol per scalare la classifica e dimenticare una partenza da brividi.
La missione non sarà semplice, ma il calendario può aiutare perché la prossima partita sarà contro il Lecce, un dolce ricordo per Krzysztof . L’anno scorso il polacco si presentò al calcio italiano con uno storico poker ai danni dei giallorossi, nel primo turno di Coppa Italia. Allora vestiva per la prima volta la maglia del Genoa, domenica indosserà quella rossonera ma l’avversario sarà lo stesso e chissà se possa aiutare per rivederlo “sparare”.
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