L’Italia, già qualificata per Euro 2020 dopo la vittoria sulla Grecia all’Olimpico in maglia verde, affronta il Liechtenstein che non ha mai segnato contro gli azzurri e non ha ancora vinto una partita nel girone. La piccola nazionale del Principato ha disputato la sua prima partita, non ufficiale, contro Malta a Seoul nel 1981: finì 1-1. Memorabile il 4-0 in Lussemburgo durante le qualificazioni per il Mondiale 2006, primo successo nella storia della nazionale.
Il coach del Liechtenstein: Helgi Kolvidsson
Dal 2018, la nazionale del Liechtenstein è allenata dall’islandese Helgi Kolvidsson, classe 1971, un ex difensore che nel 1995 ha lasciato l’Islanda per andare a giocare in Germania al Pfullendorf. Dodici mesi dopo passa al Lustenau, in Austria, dove resta due stagioni. Gioca poi al Mainz (61 presenze in due campionati), all’Ulm, al Kärnten per poi chiudere la carriera di nuovo al Pfullendorf. E’ uno dei pochi calciatori ad aver indossato la maglia dell’Islanda (29 presenze) non avendo mai giocato nel campionato nazionale in prima divisione.
Nominato prima coach, poi assistente di Walter Schneck al Pfullendorf, dove resta fino al 2010, Kolvidsson ha guidato dal 2011 l’Austria Lustenau. Allena poi nel 2014-15 il Wiener Neustadt, l’anno successivo il Ried, poi ad agosto 2016 viene nominato assistente di Heimir Hallgrímsson, il ct della nazionale che ha portato l’Islanda per la prima volta alla fase finale di un Mondiale a Russia 2018. Quando lascia Hallgrímsson, abbandona anche Kolvidsson che lo scorso dicembre ha preso il posto di Rene Pauritsch come ct del Liechtenstein.
Liechtenstein, il cammino nel girone
Dopo cinque sconfitte nelle prime cinque partite, il Liechtenstein ha pareggiato le ultime due partite, sempre per 1-1, contro la Grecia e l’Armenia. In queste due gare ha realizzato anche i primi gol della sua campagna di qualificazione a Euro 2020.
Frick e Salanovic gli uomini simbolo del Liechtenstein
Sono i due uomini simbolo di questa nazionale a firmare i due gol. In Grecia segna Dennis Salanovic, centrocampista offensivo del Thun di origine bosniaca. Gioca da ala, a destra o a sinistra, sia nel campionato svizzero sia in nazionale. Con il Thun, in stagione mantiene una media di 2.17 tiri in porta e quasi 26 passaggi a partita. Completa oltre cinque dribbling, poco di due ogni tre che prova, e 3.93 cross. Segna poco, solo un gol in coppa prima della rete in nazionale, ma offre 1.36 passaggi per il tiro ogni 90′.
Contro l’Armenia, invece, va a segno Yanik Frick, un centravanti più classico. Dopo esperienze al Perugia, al Livorno e alla Pro Piacenza, in estate ha scelto anche lui la Svizzera. Gioca nel Rapperswil-Jona, che milita in seconda divisione insieme al Vaduz, la squadra della capitale del Liechtenstein. Il nome suonerà familiare. Infatti Yanik è il figlio di Mario Frick, con sedici gol il miglior cannoniere nella storia della nazionale, che in Italia ha giocato con Arezzo, Verona, Ternana e Siena. Yanik ha un rapporto molto stretto col padre. Sul polpaccio, ha raccontato in un’intervista per il sito di Gianluca Di Marzio, “ho tatuato le città di Verona, Spoleto e Siena. Luoghi dove papà ha giocato e dove abbiamo vissuto da piccoli ai quelli lui e io siamo legati in qualche modo e poi c’è questo ragazzo con la maglia numero 10 con scritto papà… un po’ è lui e un po’ sono io che sogno di fare come e più di lui”.
Come gioca il Liechtenstein: il 4-1-4-1 di Kolvidsson
Il ct Kolvidsson ha schierato la nazionale del Liechtenstein stabilmente con il 4-1-4-1. A destra, nelle prime partite ha giocato titolare Sandro Wolfinger, terzino dell’Eschen/Mauren (squadra locale iscritta alla quarta serie svizzera), che contro Grecia e Armenia è stato schierato come terzino sinistro. Discorso inverso vale per Martin Rechtsteiner del Balzers (club del Liechtenstein nella quinta divisione svizzera). Si sono poi alternati come difensori centrali Su questa fascia Daniel Kaufman, compagno di squadra di Rechtsteiner al Balzers, Maximilian Goppel del Vaduz che ha giocato sia come centrale di centro-sinistra che come terzino sulla corsia mancina, Andreas Malin e Jens Hofer.
Il play della squadra, il centrocampista basso davanti alla difesa, è un ruolo chiave per qualunque squadra giochi con questo tipo di modulo. Non stupisce che il ct abbia scelto Martin Buchel, uno dei più grandi talenti del Liechtenstein negli ultimi anni, tornato con un doppio ruolo allo Zurigo dove aveva già giocato tra il 2006 e il 2012: il 32enne centrocampista è infatti calciatore della squadra riserve e collabora come osteopata in prima squadra. Buchel è anche il giocatore che ha vinto più duelli difensivi per la nazionale del Liechtenstein in questo girone di qualificazione a Euro 2020.
A centrocampo, la manovra passa per Hasler, seconda punta schierato anche come ala che milita nello Sporting Kansas City, e Michele Polverino, 34enne svizzero-italiano naturalizzato. Padre di Saviano, provincia di Napoli, e mamma di Potenza, ha girato il mondo, ha giocato anche in Iran, ma gli è rimasta la passione per la Juventus, ha confessato alla Gazzetta dello Sport. Hanno caratteristiche più difensive, invece, Aaron Sele e Livio Meier.
Chiaramente, il rendimento offensivo della nazionale è modesto nel girone. Il Liechtenstein ha segnato due reti, e generato una media di 0.52 expected goals a partita, rivelano i dati Wyscout. Tira meno di cinque volte ogni 90 minuti, e subisce quasi 26 conclusioni di media. Eloquente anche il dato sul possesso palla, che racconta di 254 passaggi contro 672 ogni novanta minuti.
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