Bulgaria-Inghilterra sarà ricordata per i sei gol degli inglesi ai danni dei padroni di casa, che hanno indirizzato il match a senso unico, ma anche e soprattutto per una macchia disciplinare che poco si confà alla sportività e l’uguaglianza. In campo e fuori. Nel calcio, purtroppo, si torna a parlare di razzismo: dopo quest’incontro, risuonano nelle orecchie di molti, spettatori più o meno consapevoli, i buu razzisti ai danni dell’inglese Sterling.
Non sono bastate le prese di posizione in tal senso da parte dei massimi organi calcistici, purtroppo lo spauracchio del razzismo continua ad aleggiare su questo sport: non è stato sufficiente nemmeno gonfiare la rete per due volte all’attaccante in forza al Manchester City, per placare gli animi dei tifosi, che anzi l’hanno preso ulteriormente di mira. Bersagliato, nel corso di un incontro che, malgrado il punteggio roseo per gli ospiti, sembrava non finire mai.
L’arbitro, per cercare di porre fine a questa scelleratezza, è stato costretto ad interrompere il gioco più volte nell’arco dei novanta minuti. Uno spot tutt’atro che encomiabile per il calcio internazionale costretto a documentare l’ennesima pagina buia di un meccanismo becero, ripetitivo e stantio. Nemmeno il reiterato annuncio dello speaker ha acquietato una parte del pubblico che potremmo definire recidiva nel proliferare intolleranza. C’è ancora molto da fare affinché certi episodi non facciano più notizia.
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