Non sentire il peso della storia. Ma assecondare il valore della storia. Non ha un compito facile Stefano Pioli, chiamato a dare ordine e identità a una squadra che l’ha via via persa con Giampaolo in mezzo a esperimenti abortiti, ripicche e confusioni. L’obiettivo congiunto di accomodare meglio i nuovi acquisti e di trovare un posto perché i giocatori si esprimano al meglio porterebbe a pensare a un Milan vestito con il 4-2-3-1, il modulo di Pioli anche alla Fiorentina. In questo modo Suso e Piatek potrebbero tornare a interpretare ruoli più consoni alle rispettive caratteristiche.
Se dovesse orientarsi con il 4-2-3-1, il Milan di fatto non cambierebbe la linea difensiva. Calabria, Romagnoli ed Hernandez, più propositivo di Rodriguez a sinistra, dovrebbero avere il posto praticamente assicurato. Come secondo centrale non è detto che rimanga Musacchio la prima scelta. Pioli potrebbe cercare un’opzione più rapida nell’uno contro uno, nell’uscita sull’uomo come Duarte, che però deve ancora abituarsi fino in fondo al calcio italiano. Oppure aspettare il pieno recupero di Caldara.
I due davanti alla difesa dovrebbero essere Kessie e Biglia, che alla Lazio ha scelto come capitano aprendo una frattura con Candreva che poi avrebbe ritrovato all’Inter. Prevedibile che, almeno all’inizio, ci sia poco spazio per Bennacer. Un allenatore nuovo, che arriva in una situazione di squadra e di ambiente non facile, cerca di avere in campo un “fedelissimo”, che conosca il suo calcio e possa più facilmente trasmetterlo ai compagni.
Il suo sistema di gioco, lo scriveva anche nella tesi per il patentino di allenatore a Coverciano, deve essere equilibrato nelle due fasi, elastico e razionale. Deve potersi plasmare sulle caratteristiche dei giocatori, pur mantenendo i principi di base. Pioli pensa il calcio in verticale, per catene più che per reparti. Decisiva l’occupazione degli spazi sulle fasce. “Occupare, presidiare e sfruttare le fasce laterali è uno dei requisiti del gioco a zona. In entrambe le fasi di gioco dovremmo assolutamente tener conto di due fattori fondamentali del gioco del calcio: tempo e spazio” scriveva nella tesi. Paquetà potrebbe essere il più adatto tra gli uomini in rosa a interpretare il ruolo di trequartista, Suso tornerebbe largo a destra con libertà di tagliare dentro. A sinistra, nella nuova configurazione possono trovare molto più spazio rispetto alla gestione Giampaolo Rebic e Leao. Il nuovo tecnico, infatti, preferisce giocatori dinamici che sappiano aprire le difese avversarie. Alla Fiorentina, per esempio, faceva giocare Federico Chiesa largo a sinistra lasciandolo libero di accentrarsi e sfogare la sua creatività più vicino all’area.
“I miei attaccanti hanno sempre segnato tanto: Pellissier, Bucchi, Di Vaio, Klose, Icardi, Gilardino…” ha detto Pioli, che si troverà a gestire un centravanti dalla fama di “pistolero” come Piatek rimasto con troppe pallottole spuntate.
Piatek è un attaccante che si esalta nella semplicità delle giocate e delle esecuzioni. cerca il tiro con il minor dispendio possibile di energie. Non è associativo, collabora poco con la squadra. Per questo ha bisogno di imbucate veloci, di palloni puliti e di avere intorno una squadra che riesca ad aprire la difesa avversaria. Una squadra che sappia giocare veloce, perfettamente integrata, che giochi per lui. Non segna su azione da maggio, il cambio di modulo in una squadra più mutevole nell’interpretazione delle situazioni potrebbe sicuramente aiutarlo.
In carriera, Pioli ha anche utilizzato il 3-5-2, sia come modulo base sia come disposizione in campo in fase di possesso: così infatti attaccava la Fiorentina una volta superata la prima linea di pressing. Se il Milan dovesse disporsi in questo modo, come già abbiamo avuto modo di sottolineare, il gli esterni dovrebbero essere ancora più protetti dalle mezzali. Con la difesa a tre, Kessie resterebbe di fatto una mezzala, con compiti non troppo diversi da quelli attuali, e ci sarebbe probabilmente più spazio per Bonaventura, più adatto di Paquetà a interpretare un calcio basato sulla velocità di esecuzione, sulla capacità di leggere le situazioni e soprattutto sul movimento senza palla. In questo caso Leao, Rebic o lo stesso Suso si giocherebbero il posto da seconda punta cercando con i tagli fuori linea di aprire più spazi in area a Piatek, che con il 3-4-1-2 è esploso al Genoa. Ogni allenatore, ha detto, “dovrebbe essere come Tex Willer: chiarezza di idee per leggere le difficoltà, grande decisione nell’affrontarle”. Il Milan spera che sappia passare dalle parole ai fatti.
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