Inter-Juventus è sfida di grandi campioni. Una partita illuminata da Rummenigge e Platini, Ronaldo e Del Piero, Vieri e Trezeguet. Ma come in ogni storia, perché la trama funzioni servono anche personaggi di contorno con una precisa identità e un quarto d’ora, o una domenica di celebrità. Eccoli, i bomber improbabili, i goleador che non ti aspetti nella storia del derby d’Italia. Come Grygera, difensore che di testa ha firmato un pareggio ormai inatteso a tempo scaduto nel 2009.
Di Riccardo Ferri, lo canta anche Ligabue in “A che ora è la fine del mondo”, si ricorda anche gli autogol, oltre alle sue marcature asfissianti. Però l’11 novembre 1984, di testa su punizione di Brady, segna il secondo gol nello storico 4-0 alla Juve.
Come si ferma l’Inter dei record? Con il cuore del centrocampo della Juve. Il 18 dicembre del 1988, il protagonista è un giocatore dalla faccia mite, silenzioso e coscienzioso, che parla poco e gioca con la volontà di essere utile: Roberto Galia. Lontanissimo dall’icona del calciatore personaggio, Galia firma il gol del pareggio contro i nerazzurri che avevano vinto otto delle prime nove partite, poi ispira Marocchi in contropiede: solo la parata di piede di Zenga salva l’Inter.
Galia segnerà ancora nel 2-1 bianconero del dicembre 1991. Quasi due anni prima, nel gennaio 1990, la Juve aveva vinto con il gol di un difensore, Nicolò Napoli, certo non tra i principali protagonisti della storia bianconera: dopo un corner, il russo Aleinikov tira
da fuori area e Napoli (in sospetta posizione di fuorigioco) realizza in scivolata. Nel marzo 1991 è amara la primavera della Juventus di Maifredi che a San Siro si sfalda in casa dell’Inter. Apre Matthaus, raddoppia Battistini pronto nel posto giusto dopo il palo di Berti sulla punizione di Pizzi.
Jean-Alain Boumsong è un nome non certo celebre della storia bianconera. Difensore laureato in matematica, ha giocato 33 partite in B nel 2006-07 e solo tre l’anno dopo in campionato. Entra però per Birindelli in Coppa Italia nel quarto di finale contro l’Inter. Il francese permette a Cruz di segnare il raddoppio dell’Inter poi però firma il 2-2 con il suo marchio di fabbrica, il colpo di testa. E’ un regalo d’addio, dopo la partita vola in Francia e firma con il Lione.
In Coppa Italia, nel 2004, ha segnato anche Adani all’ultimo secondi dopo un colpo di testa di Emre. La Juve vincerà comunque ai rigori.
Nella storia di Inter-Juve anche un gol di Kovacevic, che in bianconero come a Parma ha lasciato poche tracce del suo passaggio. A proposito di tracce, Paolo Montero ne lascia una significativa sull’orecchio di Di Biagio in una sfida contro l’Inter. Difensore entrato nella storia della Juve, diventato uno dei migliori amici di Gianluca Pessotto, ha segnato un solo gol in campionato con la maglia bianconera, proprio all’Inter ma non è bastato ad evitare la sconfitta per 3-1 nel novembre del 2003.
Cinque anni dopo, segna alla Juve il suo unico gol in Serie A il calciatore feticcio di Jose Mourinho, il centrocampista Nuno Maniche. Oggi, a carriera conclusa, ha pubblicato un libro in cui ha raccontato la sua storia, “Maniche 18 – Le storie (non ancora) raccontate”, scritto con l’amico Tiago Guadalupe, con la prefazione di José Mourinho e la postfazione di Gianni Infantino.
Arrivato all’Inter dopo le liti all’Atletico Madrid con Abel Resino, che ha definito il suo peggior allenatore in carriera, il 22 marzo 2008 ha illuso i nerazzurri di poter riaprire la sfida contro la Juventus a Torino. Con l’Inter sotto 2-0, Maniche accorcia di sinistro a sette minuti dalla fine poi al 91′ colpisce il palo. La speranza finisce, la meteora svanisce.
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