Una partenza da record. Il Granada ha vinto quattro partite nelle ultime cinque giornate della Liga. Ha ottenuto gli stessi successi della stagione 2016-17, l’ultima degli andalusi in Liga prima di questa. Prima dell’1-0 al Leganes, infatti, il Granada aveva battuto Espanyol (0-3), Celta (0-2) e Barcellona (2-0). Con una sola sconfitta nelle prime sette giornate, il Granada si ritrova al secondo posto della Liga. E si prepara a sfidare il Real Madrid per una sfida che vale il primato. Nessuno avrebbe osato nemmeno immaginarlo a Granada, dove ancora si ricorda la finale persa in Copp di Spagna nel 1959, che rimane il miglior risultato nella storia del club.
“Non guardiamo alla classifica, il nostro unico modo è cercare di aggiungere i tre punti. Quattordici a questo punto, era qualcosa di impensabile all’inizio del corso, anche se questo è molto lungo, dobbiamo migliorare e continuare a crescere come una squadra” ha detto il tecnico Diego Martinez che da calciatore si è ritirato a vent’anni e ha avuto la prima grande occasione nel 2017 all’Osasuna. Martinez l’anno scorso ha costruito la promozione nella Liga del Granada che in questa prima parte di stagione vanta anche il terzo miglior attacco del campionato con 13 gol e 8.59 expected goals, dietro solo al Villarreal (18) e al Barcellona (16).
Sesta per tiri totali, quinta per precisione nelle conslusioni (40% nello specchio della porta) nella Liga, il Granada non è certo una squadra da possesso insistito: solo cinque squadre, infatti, completano meno passaggi totali. Non spicca né per filtranti né per passaggi nella trequarti offensiva, ma è efficace il posizionamento per il recupero del pallone, funzionano cross e contropiede.
Il 4-2-3-1 del tecnico compone una squadra equilibrata, che difende bene, ha subito una rete in meno rispetto ai gol attesi stimati dal modello degli expected goals against (6) pur concedendo oltre nove tiri di media a partita agli avversari.
Il sorprendente inizio di stagione del Granada poggia anche sulla sicurezza del portiere Rui Silva. Il portoghese, che mantiene una media di 5,4 parate a partita, si è rivelato già l’anno scorso. Ha infatti chiuso la sua prima stagione al Granada diventando il portiere meno battuto della Segunda Division.
E’ un portiere dai buoni riflessi tra i pali che sa giocare molto bene con i piedi, caratteristica sempre più rilevante nell’interpretazione moderna del ruolo. Valido nelle uscite alte, trasmette sicurezza alla sua difesa anche in fase di uscita bassa del pallone.
Ma il timone della squadra rimane Ángel Montoro, ex centrocampista del Las Palmas che completa l’83% dei 48 passaggi tentati a partita, prova oltre sette lanci lunghi e oltre 9 appoggi verso la trequarti offensiva, rivelano i dati Wyscout. E’ un centrocampista totale, l’uomo che nelle prime due giornate della Liga aveva recuperato più palloni di tutti in campionato (8.99 di media a partita finora in stagione). L’anno scorso giocava stabilmente in coppia con Fede San Emeterio, quest’anno ha iniziato con Yan Eteki, che ha caratteristiche più simili alle sue, poi nelle ultime cinque partite il tecnico gli ha affiancato il venezuelano Yangel Herrera che ha tratti più dichiaratamente difensivi.
“Siamo una squadra forte mentalmente” ha detto Antonio Puertas, che ha deciso l’1-0 al Leganes. E’ il capocannoniere della squadra, con tre gol in sette partite. Determinante anche nella scorsa stagione con dieci reti decisive per la promozione, Puertas interessa anche al Siviglia che però dovrebbe pagare i 12 milioni di clausola rescissoria.
Arrivato dall’Almeria, è un attaccante tenace, continuo, che lavora in silenzio e fa parlare il campo. Sempre professionale anche in allenamento, nel pieno della maturità tecnica e atletica, Puertas fa la differenza negli ultimi trenta metri. Non svegliate Los Nazaríes, non ancora.
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