Il viaggio di Duvan Zapata è cominciato da lontano, e non è stato semplice. Arrivato dalla Colombia, praticamente sconosciuto. Lo prese il Napoli ma il suo impatto in Italia fu morbido, tanto che per anni si pensò a un acquisto non riuscito. Per esplodere ha dovuto cambiare maglia, anzi, più di una. Oggi l’attaccante è un giocatore affermato, temibile: se non è un “top” poco ci manca. “Sono nato e cresciuto a Calì, in in quartiere popolare, con i miei genitori e mia sorella – Duvan Zapata si è raccontato a Tuttosport – mio padre lavorava in un’azienda di detersivi, mia mamma è morta una decina di anni fa”. Duvan ha sempre sognato di diventare un calciatore: “Volevo comprarmi la Playstation e sognavo di farlo con i soldi di un calciatore famoso. Non mi importava di una casa o di una macchina, volevo solo la Playstation”.
Zapata: “A Napoli solo una riserva, ma Higuain mi ha insegnato tanto”
La sua carriera da calciatore è cominciata in Argentina, ma prima ha trascorso anni a giocare a piedi nudi in Colombia. “Poi passai al Napoli, fu una grande occasione. Arrivai assieme a Gonzalo Higuain, lo stesso anno. Sono stato in ombra da subito e sapevo che avrei fatto panchina. Però è stato bellissimo allenarsi con lui, uno spettacolo e una lezione continua”. Dopo il Napoli il passaggio all’Udinese, e poi alla Samp: senza però esaltarsi ed esaltare: “A Udine ho trascorso due anni belli, anche se ho avuto un infortunio piuttosto serio. Alla Samp sono rimasto solo dieci mesi. Fu una stagione complicata, perché arrivai l’ultimo giorno di mercato”.
“A Bergamo sto bene, non penso ad andare via”
Poi la grande occasione, con il passaggio all’Atalanta e il salto di qualità: “Ho faticato tanto per stare al passo coi ritmi di Gasperini – dice Zapata – mai visto una preparazione così pesante. Pensavo di non farcela, poi mi facevo forza e ripartivo”. Il grande obiettivo dell’Atalanta è replicare l’ottima stagione passata: “Lavoriamo per quello. Il mio obiettivo? Migliorare, fare tanti gol. Lavoro per crescere e Gasperini mi aiuta tanto, anche se ci fa faticare”. Un presente e un futuro che si chiamano ancora Atalanta: “Non ci penso a lasciare Bergamo, sono contento qui. Nella vita il futuro non si conosce, ma penso solo a fare bene con l’Atalanta. Razzismo? A me non è mai accaduto nulla. Non penso che in Italia ci sia il razzismo, solo gli errori di qualcuno. Ma generalizzare è peggio”. E Zapata si prepara a segnare e a far divertire ancora i suoi tifosi.
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