Le prime 5 giornate di Serie A sono ormai agli archivi ed è possibile tirare le primissime somme dopo quanto visto nei 450 minuti che hanno caratterizzato i match delle 20 squadre impegnate nel massimo campionato.
L’Inter ha raccolto i 15 punti a disposizione, battendo anche il Milan e la Lazio nel proprio percorso. Anche la Juventus ha saputo soffrire, mantenendo più o meno il passo dei nerazzurri, con solamente un pareggio immerso nelle 4 vittorie ottenute. La terza classificata dello scorso anno è la stessa di oggi: l’Atalanta, che dopo una partenza altalenante ha trovato una vittoria importante a Roma. Più indietro nella graduatoria rispetto a quanto pronosticato c’è il Napoli. La sconfitta con il Cagliari ha fatto perdere terreno ai partenopei, che hanno però battuto il Liverpool in Champions League.
Serie A, il segreto del successo delle “grandi”
Vittorie più o meno convincenti che hanno permesso alle prime 4 dello scorso anno di confermarsi anche per l’inizio della nuova stagione. I discorsi che si potrebbero fare sulla rinascita dell’Inter, sul gioco di Sarri o sul prosieguo del sogno Atalanta sono numerosi, ma una caratteristica accomuna le “fantastiche 4” della Serie A: i diversi marcatori.
Tenendo in considerazione anche gli impegni europei delle squadre citate (tutte in Champions League) sono 6 le partite ufficiali disputate fino a questo momento nella stagione 2019-20. Il “segreto” che ha caratterizzato l’avvio di Inter-Juventus-Atalanta e Napoli è stata la capacità di mandare in gol il più alto numero di giocatori presenti in rosa.
Nella gara vinta ieri contro la Lazio, Antonio Conte è riuscito a portare a casa i 3 punti grazie alla rete di D’Ambrosio, non propriamente un goleador. Una rete di un peso specifico elevatissimo, tanto quanto quella messa a segno da Sensi nell’1-0 all’Udinese o quella per il pareggio in extremis di Barella sullo Slavia Praga. Ad aggiungersi ai sopracitati ci sono anche i nomi di Brozovic, autore di una doppietta come Lukaku, ma anche Candreva e Lautaro Martinez: 6 marcatori differenti per 11 reti realizzate.
La forza di una rosa competitiva potrebbe ritrovarsi proprio in questo dettaglio e anche l’Atalanta conferma questa tesi. La Dea ha messo a segno 11 reti proprio come l’Inter e con la squadra di Conte la somiglianza non è solo nei colori della maglia, ma anche nel numero di realizzatori differenti, sei. Zapata, Muriel, Gosens, Ilicic, Castagne e De Roon hanno permesso ai bergamaschi di volare al terzo posto, con reti decisive, soprattutto nella rimonta con la Spal, nel pareggio all’ultimo minuto con la Fiorentina o nella vittoria in trasferta ieri contro la Roma.
C’è chi, però, ha fatto meglio di loro: Juventus e Napoli hanno mandato in gol ben 8 giocatori differenti nelle prime 6 partite giocate. La squadra di Ancelotti ha il miglior attacco della Serie A con 11 reti, che si aggiungono alle 2 messe a segno in Champions League. La forza degli azzurri è da ritrovarsi proprio nella garanzia offensiva e le reti di Mertens, Insigne, Callejon, Manolas, Lozano, Di Lorenzo, Llorente e Fabian Ruiz lo testimoniano. Dai difensori agli attaccanti, passando per terzini e centrocampisti, le big vincono grazie alla finalizzazione dell’intera squadra.
La Juventus, regina in Italia da 8 anni consecutivi, ha permesso di trovare la via della rete a 8 calciatori per 11 reti segnate. Solamente Cristiano Ronaldo ha realizzato una doppietta, le altre marcature (esclusi i due autogol) sono arrivate da Chiellini, Danilo, Higuain, Cuadrado, Matuidi, Ramsey e Pjanic: ennesimo simbolo nel puzzle del successo.
Serie A, la classifica marcatori in mano a Berardi
A testimoniare ulteriormente che la stagione è partita senza un unico trascinatore assoluto, per le migliori 4 squadre, è la classifica dei marcatori della Serie A. Al primo posto, infatti, c’è Domenico Berardi con 5 reti realizzate. A completare “il podio”, oltre a Immobile, unica eccezione che conferma la regola, ci sono Alfredo Donnarumma e Marco Mancosu con 4 reti. Specialmente il calciatore del Lecce non è un nome di primissimo ordine rispetto ai ben più noti centravanti delle migliori squadre italiane.
La carenza di super bomber nella classifica dei gol delle prime 5 giornate sottolinea, dunque, che la ricetta per il successo è la variabilità di marcatori. Al termine delle 38 partite conosceremo il vero capocannoniere della nostra Serie A, ma potremo non rimanere sorpresi se, a ritirare la “medaglia d’oro”, non ci sarà un noto centravanti da 25 gol stagionali.
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