Pomeriggio di emozioni in Premier League. In dieci, l’Arsenal rimonta e vince contro l’Aston Villa che ha cullato l’ambizione della quarta vittoria all’Emirates dal 1992. Cade invece un Manchester United in cerc d’autore, mai davvero pericoloso e battuto 2-0 dal West Ham che non subisce gol da tre partite. Il Wolverhampton, ancora senza vittorie, mostra di avere il carattere per puntare alla salvezza e pareggia all’ultimo minuto contro il Crystal Palace.
Partita da dimenticare per il Manchester United, sconfitto 2-0 in casa del West Ham. I Red Devils, indietro sul piano del gioco e delle idee in attacco, hanno incassato almeno un gol nelle ultime undici trasferte in tutte le competizioni: è la peggior serie esterne dal 2002 (14 gare con almeno una rete subita tra aprile e dicembre). Da applausi la combinazione tra l’ex Lazio Felipe Anderson e Andriy Yarmolenko, un’ala destra tra le più interessanti del campionato inglese in questa stagione, che si porta il pallone sul sinistro e piazza un rasoterra preciso, deciso letale per De Gea.
Il Manchester United fa molta confusione, Solskjaer a metà secondo tempo è costretto a togliere Marcus Rashford, uno dei pochi che stava provando a produrre qualcosa in avanti, per infortunio. Con Anthony Martial e Mason Greenwood indisponibili, entra Lingard che prende il suo posto come unica punta ma non cambiano le prospettive offensive dei Red Devils. Mata, che gioca da trequartista, non ha alcun impatto, il West Ham non ha problemi a difendere il vantaggio.
Il Manchester United perde troppi palloni e contrasti tra le linee. A sette minuti dalla fine, Ashley Young è costretto al fallo su Mark Noble. Aaron Cresswell dipinge una punizione perfetta da una ventina di metri. La palla supera la barriera e cade nell’angolo alto alla destra di De Gea, che niente può fare per evitare il gol e la sconfitta. Il West Ham chiude così la terza partita consecutiva senza subire gol: non succedeva dal dicembre 2017, con David Moyes in panchina.
Soffre per 80 minuti, gioca tutto il secondo tempo in dieci, va due volte in svantaggio ma alla fine vince. L‘Arsenal gioca 90 minuti sulle montagne russe ma alla fine batte 3-2 l’Aston Villa rimontando da 1-2 negli ultimi dieci minuti.
Da quando la Premier League ha assunto la veste moderna, nel 1992, solo il Manchester United ha vinto più partite all’Emirates Stadium dell’Aston Villa, che per 80 minuti accarezza la possibilità di un quarto successo in casa dei Gunners. Era già successo nel 2008, 2011 e 2013. I Gunners contano su un Bukayo Saka che viene dentro e copre tanto campo, ma i playmaker fanno poco filtro e a parte qualche spunto di Pepé producono poco davanti. I Villans sbloccano la partita dopo 20 minuti. El Ghazi si porta il pallone sul destro e mette in mezzo un cross che sembra innocuo ma non ci sono difensori dell’Arsenal sulla traiettoria, così da dietro sbuca McGinn che ringrazia e fa 1-0. L’Arsenal, che è riuscito a tenere la porta inviolata solo una volta nelle ultime undici partite, si ritrova con una missione quasi impossibile al 40′ dopo l’espulsione di Maitland-Niles.
L’Aston Villa, prima squadra ad aver giocato e ad aver segnato, con il difensore svedese Olof Mellberg, in Premier League nel nuovo stadio dell’Arsenal (nel 2006) arriva all’intervallo con un meritato e indiscutibile vantaggio.
Ma nel secondo tempo emerge l’ingenuità di Engels, che commette un fallo evidente quanto banale in area su Guendouzi, Pepé trasforma senza prendere rischi, tira forte e centrale. Ma il pareggio dei Gunners dura tre minuti, giusto il tempo per Wesley di deviare in porta il cross basso da sinistra di Grealish.
Nel finale però cambia tutto: pareggia Calum Chambers, bravo a reagire dopo il mancato controllo di Mings, poi Aubameyang su punizione, di potenza, ribalta la partita.
Un punto per una nuova partenza. Cerca i lati positivo Nuno Espirito Santo, tecnico del Wolves, ancora senza vittorie dopo le prime sei giornate. Quando in passato ha iniziato così male in prima divisione, è sempre retrocesso a fine stagione. L‘1-1 in casa del Crystal Palace è un pareggio di carattere in una partita non semplice, sbloccata dall’autorere di Dedoncker, che devia la conclusione di prima di Joel Ward. E’ la centesima rete per il Crystal Palace in Premier League sotto la gestione di Roy Hodgson: mai gli Eagles avevano segnato così tanto con un unico allenatore, mai una squadra allenata da Hodgson in Premier League aveva raggiunto la terza cifra con l’ex ct della nazionale in panchina. Il match si mette ancora più in salita nel finale per i Wolves con l’espulsione di Romain Saiss, secondo giallo per fallo su Wilfried Zaha. Ma, come ha detto il tecnico Nuno Espirito Santo, il Wolverhampton ha carattere e alla fine centra il pareggio con Diogo Jota, che approfitta di un’errata lettura difensiva di Ward.
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