Il primo derby Milan-Inter dopo la morte di Nereo Rocco salva presente e futuro di Niels Liedholm al Milan. E’ il 19 marzo 1979, giornata 22. I rossoneri hanno pareggiato una settimana prima giocando molto male contro la Juventus. Per 80 minuti si vede solo l’Inter, Altobelli sbaglia un rigore ma si riscatta. Segna dopo Oriali, i tifosi nerazzurri cantano “Verona, Verona”. Ma il Barone non sa di avere in campo un alleato, Walter De Vecchi. Uno degli “eroi per caso”, dei bomber che non ti aspetti come Comandini o Minaudo. Giocatori che pur senza essere goleador di razza, si sono trovati al posto giusto nel momento adatto per scrivere un capitolo di storia del derby di Milano.
De Vecchi e Minaudo, incrocio di destini al derby
Il Milan aveva praticamente venduto De Vecchi al Varese qualche anno prima. Doveva cedere metà del cartellino per la metà di Libera ma nella trattativa si era inserito il presidente dell’Inter, Ivanoe Fraizzoli, che aveva preso Libera e Giampiero Marini, futuro campione del mondo. Salvo scoprire che l’attaccante passa più tempo tra ristoranti e locali che sul campo ad allenarsi. De Vecchi segna due gol dalla distanza, il suo marchio distintivo, e il Milan si cuce addosso un pezzo dello scudetto della stella.
Quel giorno c’è in campo un raccattapalle dodicenne, siciliano e tifoso da sempre dell’Inter. Si chiama Giuseppe Minaudo. Entrerà nelle giovanili e il 6 aprile 1986 Mario Corso, subentrato a Castagner come allenatore della prima squadra, lo fa esordire nella ripresa nel primo derby con Berlusconi presidente del Milan. A 12 minuti dalla fine Mandorlini colpisce il palo su punizione di Fanna. Minaudo, all’esordio in Serie A, è lì, nel posto giusto per la storia. Segnerà tre gol all’Inter, l’ultimo nella sua partita di addio ai merazzurri nel maggio 1988 contro l’Avellino.
Il giorno di gloria di Gianni Comandini nel derby
Di bomber inattesi è piena la storia del derby. Vinicio Verza ha evitato al Milan la sconfitta nel 1985, sette anni dopo Luigi De Agostini con un gol nel derby ha di fatto tolto il posto da titolare al portiere Antonioli. Nell’aprile 1995, il presidente nerazzurro Moratti entra in spogliatoio e vede Andrea Seno, centrocampista esploso nel Foggia di Zeman, con un ginocchio malconcio. Gli ordina di non giocare, Seno disobbedisce e sblocca il derby: l’Inter batterà il Milan 3-1.
Nell’ottobre 1995, l’Inter ha un nuovo difensore argentino, un certo Javier Zanetti. Ma il protagonista sarà un altro difensore, Massimo Paganin, che porta i nerazzurri in vantaggio con uno dei suoi soli tre gol in carriera: ma non basta per la vittoria, pareggia Savicevic.
Ma l’uomo da contro-copertina nell’antologia di goleador occasionali nella storia del derby rimane lui, Gianni Comandini. Aveva giocato nel Vicenza come Paolo Rossi, due gol al Milan e proprio nel derby del primo novembre 1985 a Walter Zenga. Comandini, a segno nei preliminari di Champions League contro la Dinamo Zagabria, è diventato un mistero. Almeno fino all’11 maggio del 2001. E’ di nuovo titolare per la prima volta da febbraio. “Ho saputo la sera prima che avrei giocato, forse il Mister non voleva agitarmi. Quei due gol in quel derby li ricordo benissimo, contro l’Inter, ci sono tifosi che ancora oggi mi riconoscono e mi fermano per strada per parlare di quella partita” ha raccontato al sito del club. “Sono stato al Milan un anno, un anno particolare, ma posso tranquillamente dire che quella rossonera per me è stata un’esperienza davvero indimenticabile”. Nella stessa partita segna anche Federico Giunti, futuro tecnico della Primavera rossonera.
Da Contra a Obi, un gol nel derby cambia la storia
Nelle ultime stagioni, Cosmin Contra segna un gol strepitoso il 21 ottobre del 2001, una delle sue quattro reti in rossonero. Il Milan vince 4-2 nonostante uno degli undici gol in carriera all’Inter dell’eterna promessa Nicola Ventola. Andranno in gol anche Cristiano Zanetti, per l’Inter nel febbraio 2004 prima della rimonta rossonera (Tomasson, Kakà, Seedorf in gol), il difensore Jaap Stam per il Milan in Champions League e in campionato l’11 dicembre 2005. C’è gloria per Ezequiel Schelotto, arrivato all’Inter nel gennaio 2013 e scaricato da Mazzarri a fine stagione. Ma il 24 febbraio 2013 è lui a pareggiare il vantaggio di El Shaarawy. Nel novembre 2014, l’andamento dei gol è simile: apre Menez, pareggia Joel Obi, due gol in 71 partite all’Inter. Ma basta una rete nel derby, per segnare una carriera. Chiedere a Minaudo e De Vecchi.
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