Nessuno come Andriy Shevchenko. L’ucraino ha segnato 14 gol all’Inter e rimane il miglior marcatore nella storia del derby di Milano. Ha segnato nella sfida europea del 2003, quando ha saltato Cordoba prima di battere Toldo e far volare il Milan fino alla finale di Champions a Manchester, nel Teatro dei Sogni dell’Old Trafford. Ha segnato anche all’andata e al ritorno di un altro derby per l’Europa, nei quarti dell’edizione 2004-05, ma della seconda sfida resta un 3-0 a tavolino per un fumogeno che ha colpito il portiere brasiliano Dida. Shevchenko, che nel secondo tempo ha accelerato il 6-0 dell’11 maggio 2001, ha segnato nei derby un gol in più del miglior marcatore nella storia della Serie A, Giuseppe Meazza.
“Peppin” Meazza ha scritto la storia dell’Inter. Artista prestato al calcio, ha segnato 12 gol al Milan. Ha cullato estro, senso per il dribbling e per le invenzioni a sorpresa con le palle di stracci tra Porta Romana e Porta Vittoria. Di lui si accorge Fulvio Bernardini, che vincerà il primo scudetto nella storia della Fiorentina e l’ultimo del Bologna nello spareggio del 1964 proprio contro l’Inter. Diventa il primo divo del calcio italiano. Brillantina immancabile stesa sui capelli, occhi azzurri e sguardo languido, vive una dolce vita fra auto di lusso e belle donne.
In fase calante, nel mercato invernale del 1941, Meazza passa al Milan e non smette di segnare. Debutta contro la Juve (2-2) sotto la neve a San Siro, poi si avvia al suo primo derby da ex. L’Arena Civica è una bolgia, i fischi avvolgono l’orizzonte. Arcari gli cede la fascia di capitano. Il Milan è sotto 2-0 all’intervallo, Gino Cappello accorcia al minuto 56 poi a 7′ dalla fine Peppin Meazza segna un gol storico. La rabbia dei tifosi del Biscione è feroce, Meazza deve uscire dallo stadio scortato.
E’ un predestinato, Gunnar Nordahl. Un attaccante di sfondamento diventato top scorer del Milan. Forma il trio Gre-No-Li con Gren e Liedholm. In otto stagioni in rossonero (dal 1948-49 al 1955-56) realizza 221 gol in 268 gare ufficiali. Vince cinque volte la classifica cannonieri in Serie A. E’ un centravanti classico, l’espressione potente di un calcio romantico lasciato al Milan dall’avvocato Agnelli. Sì, il passaggio di Nordahl al Milan è un gesto riparatore. La Juve l’ha notato prima di tutti, avere uffici della Fiat a Stoccolma aiuta. Ma i bianconeri hanno già soffiato al Milan il danese Ploeger, che aveva già firmato un pre-contratto con i rossoneri. Agnelli, allora, per placare l’ira del presidente rossonero Trabattoni, regala al Milan l’opzione su Nordahl, secondo miglior marcatore di sempre in serie A. Quando arriva a Milano, il 22 gennaio 1949, lo aspettano in stazione oltre duemila tifosi. Qualche vetrata non regge l’urto della folla. I suoi undici gol nel derby contro l’Inter contribuiscono a farlo amare.
A guidare la rimonta nerazzurra c’è un attaccante che ha saputo parlare il linguaggio universale del gol: István Nyers. Francese di nascita, ungherese d’origine, apolide e cittadino del mondo, Nyers quel linguaggio lo conosce. L’ha scoperto un “Mago” che sa come farsi capire in quasi tutte le lingue del mondo, Helenio Herrera, quando allena lo Stade Français. L’Inter, dirà, è l’unica squadra in cui abbia trovato grandi amici.
Tira e dribbla di destro e di sinistro, è il secondo miglior marcatore dell’Inter nella storia del derby. “Aveva uno scatto in progressione davvero micidiale, lo rendeva inarrestabile. Calciava con entrambi i piedi, fiuto del gol, coraggio da leone. Insomma, un grandissimo” raccontava Sergio Brighenti, a lungo ct dell’Under 21 e suo compagno di squadra all’Inter, alla Gazzetta dello Sport. Ma non stupiva solo in campo, aggiunge. “Agli allenamenti si presentava a bordo di auto americane. Le cambiava spesso, al pari delle fidanzate. Erano gli anni della ricostruzione, non è che ci fossero tanti ricchi in giro e la sua fama di tipo brillante si sparse in fretta nell’universo femminile. Ricordo che quando conosceva una tipa che non gli piaceva per liberarsene spediva me a dirle che lui si scusava ma non parlava bene l’italiano, non capiva…”. Voleva stupire, anche a carte e spesso perdeva. Nel 1953 chiede un ritocco dell’ingaggio, che il presidente gli rifiuta. Finisce fuori rosa ma media un giovane consigliere che all’Inter farà strada, Giuseppe Prisco. Nyers rientra a pochi giorni dal derby e segnerà le sue ultime reti al Milan: il 3-0 lo firma da solo, tra il 54′ e il 73′.
“Attaccante di movimento, coraggioso e battagliero, dotato di un sinistro di rara potenza”. Così, nel libro “La grande storia del Milan” si racconta Enrico Candiani. Nato a Busto Arsizio, ha giocato a lungo all’Inter, ha vinto da titolare lo scudetto del 1940 e nel 1945-46 si prende il gusto di segnare quattro gol a Maroso, il portiere del Grande Torino. Dopo la guerra è passato alla Juventus, è tornato alla Pro Patria con cui ha giocato la miglior stagione di sempre nella storia del club (ottavo posto nel 1948-49) e poi è arrivato al Milan. Ha iniziato da centrocampista, si è evoluto in ala ideale, con un mancino devastante. Il 6 novembre 1949 scandisce con due gol identici, da distanza ravvicinata, il derby di Milano con più gol di sempre. Il Milan allunga 4-1 ma l’Inter vincerà 6-5. Nella storia del derby lascia una traccia lunga dieci gol, tre con il Milan e sette con la maglia dell’Inter.
Non sono molti ad aver segnato nel derby per il Milan e per l’Inter. In anni recenti, ci è riuscito Maurizio Ganz, che in nerazzurro ha timbrato di testa il 3-1 della stagione 1996-97 e da ex, al Milan, ha partecipato al 5-0 dell’8 gennaio 1998. Roberto Baggio ha segnato due volte all’Inter tra il 1995 e il 1997 poi ha firmato per i nerazzurri il gol qualificazione in Coppa Italia il 27 gennaio 2000.
Gli ultimi scatenano passioni ancora non sopite dal tempo. Perché in questa piccola storia del derby c’è Ronaldo, il “Fenomeno” che ha fatto piangere quattro volte il Milan tra il 1997 e il 2002 e cinque anni dopo, nonostante i fischi, colpirà i nerazzurri l’11 marzo 2007. Tra campionato e Coppa Italia hanno segnato per entrambe le squadre anche Clarence Seedorf e Zlatan Ibrahimovic che firma la prima rete in un derby nel 4-3 del 28 ottobre 2006, poi nel 2012 rifila una doppietta all’Inter ma non evita una sconfitta che costa lo scudetto.
LEGGI ANCHE -> Milan-Inter: Comandini, Minaudo e i bomber che non t’aspetti
Nel 2023, la serie A è stata definita dall’IFFHS (Federazione Internazionale di Storia e Statistica…
L’introduzione dell’intelligenza artificiale nel mondo dello sport sta cambiando profondamente i metodi di scouting e…
I sorteggi per l'Europa League e la Conference League hanno completato il quadro delle sfide…
Il sorteggio della Champions League 2024/25, tenutosi oggi a Nyon, ha segnato un cambiamento significativo…
Antonio Candreva, l’ultimo baluardo della Salernitana è pronto a dire addio al club campano. Un…
Paulo Dybala ribadisce il proprio no all’Arabia, tra decisioni familiari e sogni di Nazionale. È…