Un attaccante che vale, segna in tutte le categorie. Alfredo Donnarumma ha impiegato poco a familiarizzare con la Serie A. Suo il rigore della vittoria a Cagliari, e il VAR gli toglie la gioia di una rete su azione, di testa, per un fuorigioco che è soprattutto una questione di centimetri. Donnarumma è il primo giocatore del Brescia a segnare all’esordio in Serie A dai tempi di Dario Hubner, e il Tatanka da queste parti è un pezzo di storia.
Dopo la sconfitta contro il Milan del solo omonimo “Gigio”, al Rigamonti illude contro il Bologna. Stacca di testa dopo 10′ su cross di Romulo, nove minuti dopo sorprende Skorupski di destro, a giro, su assist di Mateju. Ha segnato tutti i primi tre gol in campionato del Brescia, che però si fa rimontare da 3-1 a 3-4 in casa dal Bologna dopo l’espulsione di Dessena.
Donnarumma ha realizzato complessivamente 18 gol nelle ultime 17 partite in casa tra Serie A e Serie B con la maglia del Brescia. Con Ciro Immobile, bomber della Lazio, non condivide solo la comune origine di Torre Annunziata. Come Immobile, anche Donnarumma è un centravanti brevilineo, che si muove senza dare troppi riferimenti, che anticipa lo sviluppo dell’azione quel tanto che basta per essere al posto giusto nel momento giusto. Gioca per la squadra, si sacrifica, esalta le squadre in cui gioca e i compagni d’attacco. Chiedere a Gianluca Lapadula con cui vive la promozione dalla Serie C al Teramo nel 2015, poi cancellata per un illecito sportivo, o a Francesco Caputo (26) con cui forma la coppia gol più prolifica della Serie B nel 2017-18 e guida l’Empoli di Aurelio Andreazzoli al ritorno in Serie A.
Donnarumma lascia casa per il Catania a 14 anni, nell’estate del 2004. Le strutture non sono ottimali, ma Donnarumma si adatta, diventa uomo presto. Dopo sei anni nelle giovanili, passa in prestito al Gubbio, in Serie C. L’ambiente è diverso, molto più protettivo, da crescita sana. E’ nell’Italia della provincia e di don Matteo che segna il suo primo gol tra i professionisti.
Cambia ruolo con Vincenzo Torrente in panchina, evolve da esterno a seconda punta a centravanti. Il Gubbio a fine stagione batterà una serie di record da quando la Serie C è a 18 squadre: serie di vittorie di fila (8), punti (65), vittorie totali (20), gol segnati (48) e differenza reti (+17). Un infortunio con conseguente operazione al quadricipite chiude in anticipo la stagione, torna a Catania e a gennaio riparte per Lanciano. Ma è una parentesi dimenticabile, come quella a Como l’anno successivo.
La grande occasione arriva nel 2013 al Cittadella: la sua prima stagione in B. Segna due gol nelle prime quattro partite, poi si fa male al tendine nel derby contro il Padova e si ferma per altri quattro mesi. Due stop gravi a 23 anni non sono un bagaglio semplice da portare. Non si fa abbattere, rientra e si libera dei cattivi pensieri proprio al ritorno contro il Padova.
Il Cittadella lo riscatta a fine stagione, lo cede al Pescara che a sua volta lo manda in prestito in Serie C, al Teramo. E’ una stagione da sogno infranto. Il 3-5-2 di Vivarini diverte, funziona. Il gruppo è unito, l’attacco è incontenibile: Donnarumma segna 22 gol, Donnarumma ne aggiunge 21. Insieme, servono 17 assist. Il primo posto cancellato in tribunale lascia un ricordo amaro e insieme dolcemente nostalgico.
Come a Teramo, anche a Salerno l’anno successivo forma una coppia gol decisiva per la salvezza, con Massimo Coda. In quei due anni, si misura anche con un ambiente caldo quanto esigente: risente di accuse della stampa locale, ma i tifosi lo adorano. Stimolato, arriva all’Empoli nel 2017. Lo sceglie Vivarini, che spera di farne il pilastro della squadra come era stato a Teramo. Ma viene esonerato a dicembre, dopo risultati altalenanti. Andreazzoli, però, eredita una buona scelta e gioca la sua stagione migliore.
Con il nuovo tecnico, che disegna un calcio ancora più offensivo, diretto e verticale, si esalta. Insieme a Caputo, segnano 48 reti. Sono di gran lunga la miglior coppia gol della stagione in Serie B, sono 11 gol in più della seconda, Di Carmine e Cerri del Perugia.
La maturità al Brescia lo fa volare. “Si riesce ad arrivare anche quando qualcuno rema contro” ha detto alla Gazzetta dello Sport. “Se avessi dato retta a chi mi criticava, a quest’ora avrei smesso e chissà cosa farei. Più mi dicevano che non sarei mai arrivato, più mi rafforzavo. Non devono essere gli altri a porti dei limiti, ma devi essere tu a capire dove puoi arrivare”.
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