Il Milan scende in campo domani contro l’Hellas Verona. Giocherà al Marcantonio Bentegodi, una trasferta storicamente difficile per la squadra rossonera. Dopo i buoni segnali arrivati nell’ultima sfida con il Brescia, tifosi e addetti ai lavori si aspettano di vedere altri progressi, anche se in queste settimane sono andati via quindici Nazionali. Marco Giampaolo è intervenuto in conferenza stampa per presentare la partita e ha risposto con molta puntualità anche a qualche domanda scomoda sull’utilizzo dei nuovi.
Milan, Giampaolo: “Qui non ci sono giocatori scarsi”
Giampaolo fa un primo bilancio di questi primi 70 giorni di lavoro: “Lavoreremo per riempire il mezzo bicchiere. Mi piace l’attaccamento della squadra. Alleno 21 giocatori di campo al momento, e sono tutti dentro l’idea. La dedizione mi fa ben sperare, poi ci sono tanti particolari da sistemare, inserire meglio tutti. Ma loro sono partecipi e ho fiducia. Devo renderli una squadra il più possibile riconoscibile, forte nelle due fasi, trovare gli equilibri”.
Sul ruolo di Paquetà: “Può fare la mezzala o il trequartista, se ho bisogno di un calciatore più attaccante faccio giocare un attaccante, lo stesso se ho bisogno di un centrocampista. Lui ha caratteristiche più da retrovia, altrimenti deve imparare a muoversi in avanti”.
Su quanto ci vorrà per vedere il suo Milan: “Non è il mio Milan, è dei tifosi. Io lavoro su idee e comportamenti. La differenza la fanno i calciatori con le loro qualità. Io cerco di dare una mentalità, mi piace una squadra che faccia gioco, che abbia predominio. Non so a che punto siamo, so che la squadra lavora per migliorarsi sempre. In Italia i dettagli spostano gli equilibri, lavorare sui dettagli va unito alla qualità dei giocatori”.
Domani tornerà titolare Piatek a meno di colpi di scena: “In questi giorni mi è piaciuto molto, non è un calciatore che pensa soltanto ad attaccare, ad un calcio piratesco. Deve fare tutto, è completo. Sta facendo le cose in maniera diversa, sa quando andare in profondità o quando venire a legare. Con il Brescia ho scelto Silva per determinate caratteristiche, ma Kris può farlo uguale. Il Milan deve saper palleggiare, tener palla. Lui lo sa fare, deve uscir fuori da una condizione solo di proiezione verso la porta. E’ completo e deve giocare così, il gol non è un’ossessione, deve pensare a giocar bene”.
Su Samu Castillejo e altre scelte: “Castillejo è un mio calciatore, mi piace e un gran lavoratore. I giocatori forti? Non è facile definire chi lo è e chi non lo è. Il valore di un calciatore è come un’azione in borsa. Penso di saper riconoscerli, ma al Milan non ci sono giocatori scarsi. Siamo una squadra giovane, può darsi che il 20-21enne tra pochi mesi possa superare uno più grande. Il mio obiettivo è costruire una squadra di 11 calciatori che facciano bene le cose. Poi ho altri 11 problemi che non faccio giocare, devo essere credibile nei confronti di tutti. La squadra è al di sopra di ogni sospetto. Io non guardo carte d’identità, gli ingaggi o quanto è costato un calciatore, altrimenti perderei credibilità”.
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