Fiorentina–Juventus non sarà mai una semplice partita. No, è molto di più. É rivalità, passione e un bel po’ di doppi ex. Sabato, all’Artemio Franchi, si scriverà un altro capitolo di questa sfida infinita. Dal confronto al vertice del 1982 alla finale di Coppa UEFA del 1990, da Roberto Baggio a Federico Chiesa.
No, non è e non sarà mai soltanto una partita.
Poche volte la Fiorentina e la Juventus hanno avuto modo di duellare ad alti livelli: proprio in queste è nata il forte contrasto fra le tifoserie. Nel 1982 le due squadre erano in lotta per lo scudetto, vinto poi dai bianconeri solo all’ultima giornata: la Vecchia Signora passò a Catanzaro grazie al rigore dubbio realizzato da Brady, mentre i viola pareggiarono 0-0 e fu annullato ingiustamente un gol a Graziani. “Meglio secondi che ladri“, hanno iniziato a cantare i tifosi toscani. E da lì non hanno più smesso.
Un’altra occasione fu nel 1990 con la finale di Coppa UEFA, allora divisa fra andata e ritorno. Nel primo confronto la Juve vinse 2-1 ma altri dubbi episodi arbitrali in favore dei bianconeri alimentarono la forte rivalità; al ritorno finì 0-0 e a Torino poterono festeggiare la vittoria del trofeo e a Firenze rabbia e sconforto la fecero ancora da padrona, un’altra volta otto anni dopo.
Come detto in apertura, però, Fiorentina-Juventus è una sfida molto sentita anche per i doppi ex, o meglio, per “tradimenti”, come quello di Roberto Baggio nel 1990. I tifosi della viola scesero in piazza per opporsi alla cessione del Divin Codino: scontri, feriti e arresti. Ma questo fu il caso più eclatante. Nel corso degli ultimi vent’anni, trasferimenti sull’asse Firenze-Torino si sono verificati spesso. E la scorsa estate stava per ripetersi con Chiesa, fino a che Rocco Commisso non ha deciso, con tutte le sue forze di opporsi. Ma andiamo con ordine.
Prima ancora di Baggio, Sergio Cervato, Enzo Robotti e Kurt Hamrin: il primo passo alla Juve dopo undici anni in viola, mentre gli altri due hanno fatto invece il percorso inverso, ma parliamo di un’epoca in cui la rivalità fra le due tifoserie non era forte e accesa come oggi. Più recente, invece, è il caso di Di Livio, uno dei grandi protagonisti della prima Juventus di Marcello Lippi: arrivò alla Fiorentina nel 1999 dopo tanti trofei in bianconero, nel 2001 divenne capitano e nel 2002, dopo aver giocato un Mondiale con l’Italia, decise di rimanere a Firenze nonostante il fallimento. La squadra ripartì dalla Serie C/2 con il nome di Florentia Viola. Ci ha messo un po’ per farsi volere bene dalla tifoseria, ma alla fine ci è riuscito.
Negli anni ’80 ci furono due casi molto importanti: Antonello Cuccureddu e Claudio Gentile, entrambi passati dalla Juventus alla Fiorentina a distanza di pochi anni. Se invece parliamo di ex che non hanno provocato grandi dolori alle tifoserie: Cristiano Zanetti, Federico Balzaretti, Pietro Vierchowod e Cristian Vieri. Infine c’è il caso Luca Toni, troppo amato dalla Fiesole per potergli puntare il dito contro per l’avventura di un anno, e molto poco esaltante, coi bianconeri.
Altri casi recenti e importanti: Fabrizio Miccoli, dopo un litigio con Moggi, andò alla Fiorentina nel 2004 senza troppi patemi; stesso percorso Adrian Mutu, che lasciò Torino dopo lo scandalo Calciopoli. Inverso, invece, il cammino di Valeri Bojinov, che lasciò la Fiorentina per andare in Serie B con la Juventus. Un trasferimento considerato di poco conto dai tifosi viola visto che in quel periodo la Vecchia Signora non se la passava di certo molto bene.
Come scritto su, in estate la storia stava per ripetersi con Chiesa, corteggiato da tempo da Fabio Paratici. E il calciatore avrebbe vestito volentieri la maglia bianconera. Nulla da fare però, perché la Fiorentina è passata nelle mani di Commisso e uno dei suoi primi obiettivi era quello di non cedere il ragazzo. Ci è riuscito con tanta fatica. Nuovo tradimento soltanto rimandato? Chissà, lo vedremo a fine anno. E se dovesse succedere, siamo certi che la Curva Fiesole non la prenderà benissimo.
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